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Conferenza droga
Manfredi Giulio - 30 settembre 1996
DICHIARAZIONI DON CIOTTI ATTUALI E PASSATE.
Da un'intervista a "Famiglia Cristiana" di questa settimana:

"...Io credo che, a determinate e delimitate condizioni (rivolgendosi a un gruppo ristretto di persone con una lunga storia di tossicodipendenza alle spalle, con criteri di progressiva e rigorosa verifica dei risultati) si possa pensare a una forma di distribuzione controllata anche di oppiacei. Ma lo ripeto: nella logica dell'aggancio, dell'accompagnamento e non della resa educativa. La cura della vita, il rispetto della dignità di ciascuno può passare anche da queste cose, se non vi è rinuncia etica..."

Da "Lotta alla droga - aiuto ai drogati", pubblicazione dell'Ufficio Stampa del Ministero della Sanità (1980), stralci dell'intervento di Don Luigi Ciotti e Gruppo Abele:

"...E' ora di passare dalle teorie e dagli slogans ai fatti. E' ora di compiere scelte coraggiose, di tentare strade nuove, di sperimentare un diverso modo di rapportarsi al problema. La proposta formulata da Aniasi (depenalizzazione del possesso di piccoli quantitativi di droghe leggere, distribuzione controllata dell'eroina, NDR) sembra andare in questa direzione, anche se, per quanto è dato sapere, non è priva di limiti e di ambiguità. E' infatti necessario affrontare il problema delle droghe leggere in modo ancor più radicale: non è sufficiente, pur essendo un passo avanti, detrrminare le quantità di hashish e di marijuana che l'individuo può detenere; occorre affrontare in maniera chiara il problema del commercio, strappandolo dalle mani degli stessi mercanti d'eroina, per separare, una volta per tutte, i due mercati. Per l'eroina si devono definire con precisione criteri e modalità di distribuzione...La distribuzione di eroina potrebbe diventare non già un mezzo per ghettizzare ancora di più i tossicod

ipendenti, bensì uno strumento per tenere aperto un dialogo e per dare la possibilità a tanti giovani di rapportarsi in modo diverso alle cose che li circondano.

E' un modo per riabilitare la logica fin qui dominante, ma anche tante volte risultata perdente, della cura fisica che precede una quasi sempre fantomatica riabilitazione e per tentare di superare le condizioni generali di malessere e di disagio cui potrebbe seguire il distacco dalla sostanza..."

 
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