Gran consulto a Berlino sulla "materia prima del futuro"Birra, profumi, medicine: i mille usi di una pianta proibita
di Paolo Valentino - Corriere della Sera, 6.10.1996
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BERLINO - Al tavolo degli accrediti per la stampa gli organizzatori offrono una busta di semi e un pacco di cartine da sigaretta. All'ingresso, uno stupendo arco floreale intrecciato con le inconfondibili piante a stella dalle foglie appuntite e seghettate, un giovanotto molto professionale propone un bicchiere di "Cannabia", bevanda leggermente alcolica. Poco oltre un paio di gentili "hostess" regalano alcuni campioncini si shampoo, lozione per il corpo, saponetta e profumo della linea cosmetica "Cannabis". In un angolo, un minifrantoio macina montagne di semi, distillando goccia a goccia in un boccale un liquido denso e nero.
D'un tratto, dietro il plotoncino dei giornalisti, c'e' un po' di confusione. l'eco di una sirena si avvicina rapido prima di spegnersi. Scorgiamo da lontano un'auto bianca e verde davanti ad alcune limousine blu. "La polizia, ora ci arrestano tutti", e' il primo pensiero che viene in testa. In verita' i poliziotti non vogliono mettere le manette ad alcuno. Sono li' soltanto per scortare il signor Mathias Platzeck, ministro dell'ambiente del Brandeburgo, patrocinatore dell'iniziativa insieme all'assessorato alla Sviluppo del Comune di Berlino. Grande sollievo e applausi quando l'uomo politico taglia il nastro. Occorre dirlo? Una spago rigorosamente di canapa.
Benvenuti al Congresso mondiale della Cannabis. Che non e', come si potrebbe pensare, una riunione internazionale di "stonati". Certo sono molti, nei vialetti della Ufa Fabrik, a gustarsi in santa pace un rituale spinello, nel pieno rispetto della legge del Land, che ammette una modica quantita' di "erba" o hashish di 6-15 grammi. Ma loro fanno parte del "colore", insieme ai rivenditori di morbide pagnottelle ai semi di canapa da intingere in un saporito hummus condito con l'olio omonimo.
A rendere l'appuntamento berlinese unico e rivoluzionario sono le decine di esperti, ricercatori, scienziati e imprenditori giunti da ogni parte del mondo per fare il punto su quella che viene definita "la materia prima ecologica del futuro". Tre giorni di discussioni, seminari, dimostrazioni e (perche' no?) grandi fumate, per far conoscere le infinite possibilita' di impiego di una pianta di coltura intercalare che cresce rigogliosa anche senza l'aiuto di pesticidi.
Ci credereste che la cannabis puo' essere utilizzata come materiale da costruzione? Che puo' servire a produrre energia, fibre tessili e abiti, carta, prodotti di bellezza, perfino a costruire veicoli? Che puo' far miracoli per l'industria medica, ivi compresa la cura del cancro? Eppure e' proprio cosi'. E la kermesse tedesca vuole dimostrarlo, dati ed esempi alla mano. Cosi', il rappresentante della "Sativa" spiega al ministro perche' il loro detersivo, a base di canapa, e' un eco-detergente interamente biodegradabile e del tutto innocuo all'ambiente, oltre naturalmente a "lavare piu' bianco". Mentre Matthias Schillo, capo della TreuHanf, descrive il progetto sperimentale di un reattore alimentato da biomasse sprigionate dalla canapa e l'ingegnere Klaus Elsbett illustra il suo motore diesel con propellente derivato dalla canapa.
La battaglia ovviamente e' quella per la legalizzazione. Oggi in Germania ne esiste una parziale e strettamente controllata dalle autorita': nei sedici Laender della Repubblica Federale, un totale di 1400 ettari di territorio (100 solo nel Brandeburgo) viene legalmente coltivato a cannabis sotto la stretta sorveglianza dei governi regionali. Chiunque, all'interno di questo tetto, puo' chiedere di farlo spiegando quali sono le finalita' e l'uso che intende fare del prodotto (e' vietata ovviamente l'ipotesi di seccarlo per farne erba da fumo).
Il ministro Platzeck sta assaggiando adesso un bel bicchierone di birra di canapa, con il poliziotto della scorta che lo guarda perplesso e un po' assente. Forse sara' per quella nuvola profumatissima che sale dallo stand accanto: sono i ragazzi dei libri che fumano guardando beati un volume dal titolo: "Marijuana, una medicina riscoperta?".