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Conferenza droga
Starace Fabrizio - 1 novembre 1996
Commento art. Califano
COMMENTO ALL'ARTICOLO DI J. CALIFANO

Le affermazioni che fa J. Califano riportano quasi integralmente un intervento fatto al Congresso Americano dall' Hon. Gerald B.H. Solomon (Congressional Record, E482-484, 4.7.95) già puntualmente smentito dalla Dr. Inge P. Spruit, responsabile del Research and Information Dept., Netherlands Institute on Alcohol and Drugs (tel. +31 30 341300; fax: +31 30 316362).

Nell'ordine:

Mito 1

E' vero che l'Olanda non ha tecnicamente legalizzato i derivati della cannabis (DC), ma ne ha decriminalizzato l'uso: obiettivo primario della politica olandese è la protezione, la salvaguardia della salute dei consumatori da un lato; la riduzione dei danni derivanti dalla perseguibilità legale dell'uso, dall'altro. Le evidenze che giustificano ed incoraggiano tale approccio sono: 1) una trascurabile percentuale di utilizzatori di DC fanno uso di servizi specialistici; 2) la separazione dei mercati limita il passaggio ad altre sostanze stupefacenti; 3) la decriminalizzazione evita lo stigma sociale dell'arresto e/o della detenzione e le conseguenze ad esso associate in termini di acquisizione di modelli devianti di comportamento in conseguenza (e non a causa) dello stesso.

Affermare che questa politica ha danneggiato i giovani fa ritenere che lo scrivente adotti criteri di definizione del "danno" differenti da quelli dichiarati dalle autorità olandesi.

I dati relativi all'incremento del 200% dei consumatori in età adolescenziale dal 1984 al 1992 sono parziali. Infatti: 1) tali percentuali sono riferite ai giovani che hanno dichiarato di aver fatto uso almeno una volta nel mese precedente l'intervista; 2) è lecito attendersi che una quota maggiore di giovani dichiari tali comportamenti se gli stessi non costituiscono reato perseguibile; 3) in oltre la metà dei casi il comportamento veniva indicato come "sperimentazione" d'uso; 4) un aumento del consumo di DC è stato registrato nella quasi totalità dei Paesi Occidentali, anche laddove venivano adottate politiche repressive e francamente proibizioniste. Più che giudicare negativamente la politica olandese, che ha ottenuto i risultati attesi, lo scrivente farebbe meglio a preoccuparsi del reale fallimento della politica repressiva negli USA.

Non è dato sapere a quali autorità e cittadini olandesi faccia riferimento Califano, quando riferisce di un presunto "allarme": è vero invece che le politiche sulle tossicodipendenze ed i loro effetti diretti e indiretti sono oggetto di una costante e rigorosa attività di monitoraggio. Le recenti decisioni assunte dal Parlamento Olandese confermano la linea politica intrapresa, concedendo marginali restrizioni (riduzione della quantità acquistabile da 30 a 5 grammi) alle pressioni esercitate dalla Francia. La situazione è tuttavia di fatto immodificata. Circa il turismo legato alla droga è appena il caso di ricordare che esso è determinato dalle politiche proibizioniste dei Paesi confinanti. In particolare, il governo francese ha colpevolmente limitato sino a tutto il 1995 l'uso del metadone nei trattamenti sostitutivi per la tossicodipendenza da eroina, rendendosi responsabile di gravissime conseguenze sul piano della sanità pubblica.

Mito 2

Le affermazioni di Califano lasciano capire che forse inconsapevolmente egli non sappia distinguere tra effetti diretti e indiretti (cioè legati a fattori individuali e contestuali) di una sostanza e che, qui certamente in malafede, egli non faccia differenza fra sostanze i cui effetti possono essere diametralmente opposti (si consideri l'effetto analgesico e narcotico dell'eroina e l'effetto eccitante dell'amfetamina). I comportamenti criminali il cui incremento paventa non sono certo attribuibili agli effetti dei DC e le previsioni di incremento di spesa sanitaria e assistenziale mostrano la mancanza di conoscenza in chi scrive delle più elementari nozioni farmacologiche. Quanto all'aumento delle spese per la giustizia criminale, Califano potrebbe riferire quelle relative agli USA, ove l'enorme dispendio di risorse finanziarie nella War on Drugs non ha minimamente rallentato l'espandersi dei fenomeni criminali: negli USA il tasso di criminalità violenta è 3 volte superiore a quello Olandese !

L'aumento della criminalità generale riportato nell'articolo fa riferimento ad un fenomeno di carattere generale, avvertito nella maggior parte dei Paesi Europei e negli USA. E tuttavia, i tassi di criminalità mostrano un andamento in discesa (ad esempio nelle rapine a mano armata) in Olanda a partire dal 1991.

Mito 3

Anche l'aumento del numero di gruppi criminali va riferito ad un fenomeno di carattere più generale, legato anche alla caduta della Cortina di Ferro. Semmai la contraddizione offerta dall'attuale politica sui DC del governo olandese va individuata nel permanere dell'illegalità dell'approvvigionamento di DC da parte dei Coffee Shop autorizzati a venderli al dettaglio. Questa contraddizione sarà superata solo con una reale legalizzazione.

Mito 4

Gli effetti che è ragionevole attendersi dalla legalizzazione di qualsivoglia sostanza attualmente usata illegalmente sono: 1) la qualità della sostanza migliorerebbe e di conseguenza si ridurrebbero i rischi associati alle manipolazioni chimico-fisiche; 2) il costo diminuirebbe in maniera più significativa per quelle sostanze in cui il valore aggiunto dovuto all'illiceità è più elevato; 3) le spese per le attività di repressione sarebbero ridotte ed orientate alla lotta ai narcotrafficanti internazionali; 4) l'uso aumenterebbe inizialmente per poi stabilizzarsi ed eventualmente diminuire anche in relazione ad iniziative informative e di riduzione della domanda; 5) diminuirebbe l'uso pericoloso; 6) il fenomeno potrebbe essere monitorato ed in definitiva controllato.

Le differenti conclusioni riportate da Califano derivano probabilmente da una differente percezione (forse autobiografica) della natura umana.

Mito 5

L'esperienza svizzera cui Califano fa riferimento è quella di Platzspitz: esso non è affatto un esempio di legalizzazione ma al contrario di "proibizionismo circoscritto", inevitabilmente fallito. Diverso il discorso circa la distribuzione controllata di eroina. A questo proposito si riporta una sintesi dei risultati a 18 mesi dell'esperienza svolta a Zurigo.

* Non sono stati registrati problemi degni di nota per quanto riguarda la gestione del ambulatorio, e in un gran numero di partecipanti si sono potuti registrare dei buoni sviluppi.

* La maggior parte dei partecipanti esprime opinioni positive sul progetto. Parlano di una normalizzazione nei ritmi della giornata, di un alleggerimento della situazione finanziaria, e di un miglioramento della loro situazione sanitaria.

* La gestione dell'ambulatorio non ha creato problemi agli abitanti della zona per tutti i diciotto mesi.

* La prescrizione di eroina anche diciotto mesi dopo l'inizio della sperimentazione non si dimostra problematica. Non si sono presentati effetti collaterali né casi di sovradosaggio.

* In un setting che lascia ai partecipanti un'ampia autonomia di gestione nel loro consumo di stupefacenti, si rileva una riduzione sia del numero delle assunzioni giornaliere, sia della quantità di stupefacenti consumata.

* Nell'arco di un anno la frequenza di consumo è diminuita in media da 2,53 a 2,07 assunzioni al giorno. Mentre nel giugno del 1994 ancora il 62% dei partecipanti ricevevano 3 somministrazioni al giorno, un anno dopo tale percentuale si è ridotta al 38%.

* La dose media giornaliera dell'eroina consumata per via endovenosa è diminuita nell'arco di un anno da 437 mg a 331 mg che corrisponde ad una riduzione di 106 mg, pari al 24%.

* Nel 1994 sono stati accolti nel progetto in totale 68 persone (12 donne, 56 uomini). Fino alla fine del giugno 1995 sono stati registrati soltanto 14 drop-out (21%), i quali hanno abbandonato il programma senza dare motivazioni o sono stati allontanati. Il 16% (11 persone) si è potuto trasferire ai programmi successivi, o ha smesso di consumare droga. Il 63% (43 persone) a tutt'oggi partecipa al progetto Lifeline.

* Tutti i partecipanti, alla fine del giugno 1995, disponevano di una dimora fissa.

* La percentuale di persone con lavoro o impiego fisso è aumentata progressivamente. Alla fine del giugno 1995 poco meno del 40% erano disoccupati, circa il 60% avevano impegni giornalieri più o meno regolari e fissi da rispettare, in gran parte partecipazione a programmi sociali di occupazione e integrazione lavorativa.

* Una decina di partecipanti ha presentato difficoltà nell'uscire dal ambiente della droga.

* La percentuale delle persone che consumano cocaina proveniente dal mercato clandestino si è ridotta dall'87% all'inizio del progetto, al 38% del marzo 1995. Da allora il consumo di cocaina sta aumentando di nuovo notevolmente e rimane uno dei più grossi problemi insoluti.

* Dal giugno al settembre 1994 è stato realizzato un progetto pilota con la prescrizione di sigarette a base di cocaina. Visti i risultati soddisfacenti conseguiti dall'esperimento, si è fatto domanda all'Ufficio Federale della Sanità Pubblica per prolungare la durata del progetto.

* Il 18 gennaio 1995 il Consiglio comunale di Zurigo ha accordato l'ampliamento del progetto Lifeline da 50 a 150

Sulla questione dell'incidenza dell'AIDS basti ricordare che la diffusione dell'infezione da HIV nei tossicodipendenti è oltre 10 volte maggiore in Italia rispetto all'Olanda.

Interventi a basso costo di riduzione del danno (che non è legalizzazione) hanno mostrato grande efficacia nel fermare la diffusione dell'AIDS in diversi Paesi (Australia, Nepal) e nel rallentarla in altri (Tailandia, Gran Bretagna). E' stato recentemente calcolato che se tali interventi, colpevolmente impediti dalla politica proibizionista negli USA nonostante i risultati di sei rapporti ufficiali che indicavano questa necessità, fossero stati implementati, il numero di infezioni da HIV che avrebbero potuto essere prevenute tra il 1987 ed il 1995 oscilla tra 8.361 e 19.673 con un costo stimato tra i 500 milioni ed oltre il miliardo di dollari. Sarebbe interessante conoscere il pensiero di Califano sui 10.000 - 20.000 nuovi casi di infezione da HIV tra tossicodipendenti attribuibili, secondo questo studio di ricercatori americani presentato alla recente Conferenza Internazionale sull'AIDS di Vancouver, alle attuali politiche proibizioniste mantenute anche dalla democratica amministrazione Clinton.

Mito 6

Sulla disponibilità ai minori delle sostanze ad azione psicoattiva forse occorrerebbe ribadire che solo nell'attuale regime di legalizzazione del tabacco è possibile prevedere campagne dissuasive, limiti d'età, proibizione della pubblicità, ecc.

Le statistiche diffuse dal National Institute of Drug Abuse (NIDA) sull' aumento dell'uso dei DC nei giovani americani osservato negli ultimi anni (NIDA Report, March-April 1995) sono l'evidenza più eloquente della cattiva coscienza di chi mette in guardia sui possibili pericoli di approcci innovativi senza considerare il clamoroso insuccesso delle politiche proibizioniste adottate nel proprio Paese.

A presto. Fabrizio Starace.

 
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