Titolo: "Vattimo: Pds, sulla droga non cedere".Stralci:
"...Sono, infatti, i religiosi a ripetere che "ci vuol altro". E' il concetto di "benaltrismo" dal quale neppure don Luigi Ciotti, che io stimo, riesce a sfuggire. Ad esempio, io non capisco che cosa pensa il fondatore del gruppo Abele sulle droghe leggere. Anche lui, che metto ai primi posti degli operatori ispirati religiosamente, riporta sempre la questione alla complessità del problema. D'accordo. Ma, dinanzi all'interrogativose depenalizzare o no le droghe leggere, che cosa dobbiamo fare? Rimandare <> il problema, inventando altri meccanismi, oppure affrontarlo, senza escludere tutto il resto?...Sono abbastanza scettico sui referendum, sui troppi referendum di Pannella, però questo (sulla legalizzazione droghe leggere, ndr)è sacrosanto, visto che il Parlamento non si decide a legiferare. A meno che....Che cosa? (intervistatore)
Che il Pds sia un po' più duro, che non mollisubito la presa. Altrimenti, se alle prossime elezioni il tema droga è accantonato o si rivede la legislazione di famiglia in modo troppo conforme all'idea dei partiti cattolici, io come intellettuale, non saprei che cosa votare. In fondo, la sinistra non può continuare a fare una battaglia di retrogurardia o cercare di tappare i guasti prodotti dai governi democristiani, nè a farsi ricattare su problemi gravi come quelli di principio e di etica. Beh, a queste condizioni, ne vale ancora la pena di stare al governo?".
Ricordo che Vattimo aveva già scritto lunedì un'editoriale a sostegno delle posizioni di D'Alema su "La Stampa" e che è stato oggetto per questo di un stupido attacco da parte di AN, che ha chiesto le sue dimissioni da coordinaotre degli "stati Generali" del Piemonte (iniziativa politico-culturale organizzata dalla Regione) "perchè il suo antiproibizionismo mal si concilia con la piemontesità" (sic).
Ricordo, infine, che chi volesse può rintracciare in questa conferenza un mio appunto di circa un mese fa che riportava una presa di posizone del Gruppo Abele del 1980 molto più "radicale" delle posizioni attuali.