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Conferenza droga
Di Stefano Rita - 13 dicembre 1996
da "Internazionale" - 13 dicembre 1996 - pag. 48

Il paese più povero d'Europa ha scoperto la coltivazione della cannabis. Un'attività che richiede poco lavoro e porta guadagni consistenti

La canapa indiana, il nuovo business albanese

ROLAND ZILI, VREME, JUGOSLAVIA

TIRANA, 3 NOVEMBRE 1996

Sono ormai due anni che la pianta allucinogena viene coltivata su larga scala in Albania. Centinaia di migliaia di piante, pari a decine di tonnellate di hascisc grezzo, dimostrano che il fenomeno ha raggiunto proporzioni allarmanti. Nella coltura e nel commercio della Cannabis sativa, l'Albania ha superato quasi tutti gli altri paesi dell'ex blocco orientale. Secondo una fonte vicina al ministero degli Interni, le squadre antinarcotici della polizia hanno battuto le campagne del paese per distruggere le tanto redditizie piante di canapa. Anzi, è proprio il conflitto tra coltivatori e polizia che ha fatto emergere il fenomeno. Attratti dai forti profitti, migliaia di contadini albanesi non hanno esitato a piantare la canapa, che tra l'altro non ha bisogno di molte cure e molto lavoro. Anche dopo essere stati arrestati una prima volta, molti non hanno esitato a ricominciare. In Albania la storia della canapa comincia nel 1993, quando dalla Grecia sono state importate le tecniche di coltura. All'inizio, c'era

soltanto qualche piccola piantagione. Poi, prima della fine del 1993, si è diffusa la voce degli enormi profitti che facevano coltivatori e rivenditori e la paura di avere guai con la giustizia ha ceduto il posto al desiderio di arricchirsi rapidamente. Dal 1994 un esercito di contadini albanesi si è lanciato nella coltura della canapa indiana. Soprattutto nel sud, grandi appezzamenti di terreno sono stati riseminati a canapa. I villaggi della zona, dove le condizioni climatiche sono più propizie, cominciano a raccogliere enormi profitti. Milioni di dracme, che cambiate in lek albanesi rappresentano una somma ancora più grande, passano tra le mani di coltivatori e rivenditori.

La risposta delle forze dell'ordine

Le forze speciali della polizia sono passate alla controffensiva, distruggendo milioni di piante. Sono riuscite ad arrestare momentaneamente la produzione, senza però sradicarla del tutto. Questo "rapporto tempestoso" tra chi vuole fare rispettare la legge e chi la infrange quotidianamente continua ancora oggi. La polizia ha concentrato le operazioni nel meridione, lungo la costa adriatica e il mar Ionio, con particolare riguardo per i paesini vicini alla frontiera greca, nei mesi che precedono il raccolto, giugno, agosto, settembre e ottobre. Il governo ha fornito agli organi di informazione i dati sui controlli, gli arresti e le pene detentive, perché contava sul loro effetto dissuasivo. L'anno scorso, nel giro di due mesi, 32 persone sono state condannate per detenzione di canapa nella città costiera di Drin [vicino alla frontiera montenegrina]. Il commercio si è esteso a gran parte della Grecia, e tocca ora il vicino occidentale, L'Italia, inquietando non poco i due governi, che hanno deciso di adottare

severe misure restrittive. I controlli di polizia alle frontiere sono più frequenti. Decine di giovani albanesi sono stati arrestati e adesso languono nelle carceri greche o italiane. Nei dintorni di Puke, nell'Albania settentrionale, sono stati scoperti cinque ettari di canapa indiana. Il 3 ottobre, in Grecia, otto trafficanti di droga (quattro albanesi e quattro greci) sono stati fermati con 25 chili di hascisc di provenienza albanese. Nelle stesse ore, sempre in Grecia, venivano sequestrati 5,4 chili di hascisc in una vettura postale sulla strada di Ioannina. Alcuni giorni dopo, a Vlore (Albania) un uomo di 25 anni è stato arrestato per avere piantato tremila metri quadrati di canapa. E il commissariato del distretto ha annunciato che 65mila piante erano state distrutte. Secondo la stampa albanese e greca l'idea di coltivare la canapa viene dai trafficanti ellenici. Il prezzo della canapa al chilo, inizialmente di 1.200 dollari è sceso a 800. I semi, che in Albania si trovano senza problemi, vengono dalla

Grecia e dalla Turchia. Secondo i produttori, quelli turchi sono migliori dei greci. La canapa può essere coltivata in vivaio. Le piante devono crescere a un metro di distanza l'una dall'altra e annaffiate due volte al giorno con un litro di acqua, prima dell'alba e dopo il tramonto. Una pianta raggiunge in media due metri di altezza; le sue foglie forniscono da 0,5 a un chilo di hascisc grezzo. Informazioni tecniche come queste sono oggi note alla maggioranza degli albanesi. Si calcola che siano migliaia gli albanesi che coltivano la canapa e la spacciano. Il fenomeno e di dimensioni impressionanti, se si pensa che solo due mesi fa in un paese vicino a Tirana si è scoperta un'immensa piantagione. Nei vasi, nei vivai e nei campi dell'Albania fiorisce la canapa. (R.L.)

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