INVECE DI FERMARE IL NARCOTRAFFICO LA GUERRA ALLA DROGA HA CONTRIBUITO A DIFFONDERLO SU ROTTE E MERCATI EMERGENTI IN TUTTO IL MONDO
Il Foglio quotidiano, 7 marzo 1997
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Washington. Invece di fermare il narcotraffico, la lotta alla droga ha contribuito a diffonderlo in tutto il mondo. E' la clamorosa conclusione dell'ultimo rapporto annuale del Dipartimento di Stato Usa sul commercio e la produzione mondiale di droga. "Una volta", ricorda il documento, "il traffico di eroina e cocaina era limitato a poche grandi rotte e destinazioni, soprattutto in Nord America ed Europa. Adesso diventato pressoche' universale".
L'"effetto by-pass" e' particolarmente evidente nel continente americano. Un tempo negli Stati Uniti la marijuana arrivava dal Messico e l'eroina dalla Turchia. Nel 1972, quando il governo di Ankara vieta la produzione di oppio, i cartelli messicani abbandonano alle emergenti organizzazioni colombiane gran parte del mercato della cannabis per buttarsi sul nuovo business. Nel 1985 la prima guerra della droga si conclude con una duplice vittoria dei servizi anti-droga Usa. Sono smantellati i cartelli messicani e sono irrorate di erbicidi le piantagioni di cannabis colombiane. Ma dell'immutata domanda di marijuana approfittano molti farmer, in crisi per la caduta del prezzo dei cereali. Cosi', oggi, gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale, e il raccolto della cannabis, sebbene clandestino, si avvia a divenire il pi· diffuso del paese: due volte il mais, e tre volte la soia.
Della scomparsa dell'eroina messicana, intanto, profittano i cartelli colombiani per imporre la cocaina. Le foglie di coca, acquistate dai contadini boliviani e peruviani, vengono lavorate in laboratori clandestini a Medellin o nell'Amazzonia colombiana. Di li', la droga e' smistata negli Stati Uniti tramite il Centro America o i Caraibi Occidentali. Una piccola parte va in Europa attraverso gli aeroporti spagnoli o il porto olandese di Rotterdam.
Nel 1996, secondo il rapporto, le offensive governative hanno ridotto la produzione di coca peruviana del 18 per cento e quella boliviana del 12 per cento. In Colombia, dopo lo smantellamento del Cartello di Medellin, sono finiti in carcere anche i capi del Cartello di Cali'. Soprattutto, "sono stati interrotti i punti di accesso agli Stati Uniti che i narcotrafficanti preferivano". Ma il concentrarsi dell'attenzione sull'obiettivo colombiano ha di nuovo scoperto il fronte messicano. Anche perche', dal primo gennaio 1994, e' entrato in viigore il Nafta, la Zona di Libero Scambio del Nord America. Con i movimento transfrontalieri piu' facili, oltre a cocaina, eroina e marijuana, i cartelli hanno iniziato ad esportare perfino droghe sintetiche. Guadalajara e Tijuana sono ormai divenuti due dei massimi centri di produzione mondiale di ecstasy e anfetamine.
Le rotte caraibiche e la mafia nigeriana
I cartelli colombiani, a loro volta, hanno risposto alla crisi passando dallo smercio alla produzione. Il paese, una volta solo punto di transito, ha triplicato la propria produzione di coca dal 1987. Il solo 32 per cento in piu' del 1996 e' bastato a compensare il calo di Peru' e Bolivia. In alternativa alla rotta dei Caraibi Occidentali e' emersa quella dei Caraibi Orientali. Ne sono anelli Trinidad e Tobago, Barbados, Antigua, Dominica, Grenada, Saint Christopher, Saint Lucia, Saint Vincent, i territori olandesi di Aruba e Cura ao, i dipartimenti d'oltremare francesi di Martinica e Guadalupa, le stesse dipendenze Usa di Porto Rico e delle Isole Vergini.
Qualcosa di analogo e' avvenuto per l'eroina. Dopo l'interdizione della coltivazione di oppio in Turchia, il 90 per cento dell'eroina destinata all'Europa iniziava il suo percorso dai campi di papaveri della "Mezzaluna d'oro", a cavallo tra la frontiera afghano-pakistana. Raffinata dalla mafia turca in laboratori clandestini dell'Anatolia, la droga era inoltrata in Europa tramite le due "rotte balcaniche": quella "settentrionale" Romania-Ungheria-Cecoslovacchia, e quella "meridionale" Grecia-Macedonia-Albania-Croazia-Slovenia. Ma, con la sempre maggiore attenzione della polizia europea su questo percorso, un canale alternativo e' emerso a partire dal "Triangolo d'oro" tra Birmania, Laos e Thailandia. Da cui tradizionalmente le Triadi cinesi attingevano la materia prima per il mercato Usa. La nuova rotta ha lanciato la mafia nigeriana i cui adepti, ricorda il rapporto, "sono stati arrestati a Bangkok, a Rio de Janeiro, a New York, a Mosca, a Riad, a Bombay". Poco pubblicizzato, il ruolo dei nigeriani nel narc
otraffico internazionale e' oggi di gran lunga maggiore rispetto a quello tanto strombazzato dei russi. Che si sono sostanzialmente limitati ad affiancarsi ai turchi sul circuito balcanico tradizionale.
Ma l'evoluzione piu' inquietante del fenomeno e' la fine della storica alternativa delle droghe stimolanti e depressive. "I tossicodipendenti", spiega il rapporto, "hanno cominciato a prendere eroina e cocaina insieme. Con gli effetti depressivi dell'una combattono gli effetti stimolanti dell'altra, e viceversa". Sono ormai due milioni i cittadini statunitensi che, una volta passato l'effetto euforizzante del crack, si "bucano" per combattere le crisi di depressione che ne seguono. Il mercato ne e' stato alterato alla radice. "Gli Stati Uniti, un tempo primo consumatore mondiale di cocaina, stanno importando sempre piu' eroina. L'Europa, in passato il maggior mercato di eroina dell'Occidente, e' sempre piu' affamata di cocaina e anfetamine". Senza contare che i "cartelli colombiani della cocaina hanno ormai stabilito punti di distribuzione in ogni continente". Il rapporto cita la diffusione massiccia del crack dai ghetti neri statunitensi a realta' come "il Belize, il Costa Rica, l'Honduras, l'Olanda, le Ant
ille Olandesi, i bambini della strada di San Paolo del Brasile". E ricorda anche l'operazione con cui nell'ottobre 1996 "le forze antidroga italiane hanno improvvisamente portato alla notorieta' una piccola citta' del Sud Italia che era stata trasformata in punto di smistamento per l'eroina proveniente dalla rotta balcanica, la cocaina colombiana entrata attraverso l'Olanda, l'hashish marocchino transitato per la Spagna".
I mercati emergenti
I mercati emergenti sono la Polonia, la Repubblica Ceca, la Russia, il Sudafrica per la cocaina, la Repubblica Popolare Cinese per l'eroina.
Come uomini d'affari consumati, oltretutto, i narcos diversificano gli investimenti. I cartelli colombiani hanno iniziato anche a produrre eroina, e ora ne sono diventati i principali esportatori nell'emisfero occidentale. In maniera esattamente speculare i cartelli nigeriani hanno ampliato il loro giro d'affari alla cocaina di provenienza andina, che arriva attraverso il Brasile, ed e' poi smistata verso l'Europa e il Sudafrica. A loro volta i signori dell'oppio del "Triangolo d'oro" birmano, da sempre passivi fornitori di materia prima greggia, hanno scoperto le delizie del know-how. Non solo raffinano0 ormai l'eroina da soli, ma hanno iniziato a produrre droghe sintetiche.
E nuovi esportatori di droga emergono. Polonia, Giappone e Filippine sono entrati nel marcato come produttori di metamfetamine: un "articolo" massicciamente pubblicizzato su Internet. Trasformazione e stoccaggio della cocaina sono sempre piu' trasferiti dalla Colombia all'Ecuador, al Venezuela, al Suriname. E dalla Nigeria al Ghana. Mentre il Vietnam e' diventato esportatore d'oppio, e il Brasile di foglie di coca.