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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 19 marzo 1997
DROGA E LOBBY TURCO

Editoriale non firmato - "Panorama" n.11 (1614) del 25 marzo 1997

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Un po' di qua e un po' di la'. Un pizzico di velleita' libertarie e una spruzzata di intransigenza repressiva. Ne' proibizione ne' liberalizzazione. Conciliare l'inconciliabile, prendere tempo, ricercare affannosamente soluzioni mediane e indolori: la mitologia della "terza via", croce e delizia negli interminabili dibattiti della sinistra italiana pre '89, rinnova i suoi fasti sull'atteggiamento da prendere nella questione droga. La maggioranza di centrosinistra non si rassegna all'impossibilita' dichiarata della quadratura del cerchio. A Napoli, nella Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze voluta dal ministro Livia Turco, il governo non sceglie una linea chiara che metta insieme le diverse anime della maggioranza. Alla Camera le incertezza della maggioranza hanno addirittura disarticolato il fronte che sostiene il governo, messo sotto grazie alla defezione di alcuni diniani che hanno votato come l'opposizione.

Confusioni, incertezza, velleitarismi fumosi e inconcludenti: sarebbe molto piu' sano che sulla questione della liberalizzazione della droga ci si dividesse lungo linee di separazione chiare. Che si scegliesse (e finalmente ci si contasse) se adottare una linea coerentemente proibizionista che affronti la questione delle sostanze psicotrope con il pugno di ferro e senza sentimentalismi oppure abbracciare una posizione "liberazionista" che depenalizzi l'uso delle droghe (soltanto quelle cosiddette leggere?). Invece no, si preferisce fermarsi a metß strada per accogliere ecumenicamente le posizioni piu' inconciliabili. Quando in Italia Bettino Craxi decise di impugnare la bandiera proibizionista, gli schieramenti si delinearono con invidiabile nettezza e da parte degli antiproibizionisti non si esito' a segnalare i pericoli della cosiddetta "lobby di San Patrignano" che si sarebbe cementata per sostenere la linea dura craxiana. Oggi il variegato mondo del volontariato, delle comunita' terapeutiche, della medic

ina e dell'assistenza sociale che si stringe come una nuova "lobby" attorno al ministero retto da Livia Turco sembra invece intenzionato a non chiudere nessuna porta e a non farsi nessun nemico.

Un po' perche', come si e' visto nelle roventi polemiche postcongressuali che sul tema droga si sono aperte all'interno del Pds e nel voto negativo che ha umiliato la maggioranza in Parlamento, a esser divisa e' proprio la sinistra uscita vincitrice alle elezioni dello scorso aprile. Un po' anche perche' il virus dell'ecumenismo e del consociativismo etico-culturale fa parte dello stesso modo di essere del mondo che si riconosce nella "lobby Turco". Sulla droga dovremo accontentarci delle filosofia del "ne'... ne'". Alla ricerca di una malinconica terza via.

 
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