"...Quegli spot non sono mai arrivati sui televisori americani perchè per 50 anni le stese case produttrici di liquori, riunte in un'associazione chiamata <>, avevano deciso di escludere quella froma di pubblicità per una questione - si suppone - di senso di colpa. Ma l'anno scorso, dopo una lunga discussione, il <> ha cambiato idea e ha decretato la fine di quel <>. Da quel momento inpoi, chi avesse voluto fare pubblicità in tv ai suoi liquori, non avrebbe più ricevuto il <> della propria associazione...Quella che riguarda la vendita e l'acquisto di bevande alcoliche è infatti la più severa delle restrizioni esistenti nei confronti dei ragazzi in questo Paese. Diventano liberi di acquistarlo solo a 21 anni, ciè 5 anni dopo avere acquisito il diritto di guidare un'automobile o di sposarsi e (in certi Stati) 7 anni dopo avere acquisito quello di comprare delle armi (Di qui la battuta di molti ragazzi: <are qualcuno, purchè ci vada sobrio e in bicicletta>>)...Nonostante la fine del bando volontario, di spot pubbliciatri riguardanti i liquori forti non ne sono ancora apparsi. Sono state le stesse emittenti televisive, finora, a rifiutarli, temendo la rivolta della loro <>..."."Il Sole 24 ore" sempre del 2 aprile dedica all'argomento un articolo più piccolo che contine un'informazione diversa:
"...lo scorso giugno il gruppo americano-canadese Seagram aveva infranto la consolidata tradizione decennale dei produttori di superalcolici di fare pubblòicità solo sulla carta stampata tornando a presentare i propri liquori anche in tv. Già in genaio Clinton aveva denunciato la decisione come <>, aggiungendo che <>. La Ftc (Federal trade commission) da parte sua aveva apwerto un'inchiesta ufficiale,la prima nel suo genere, sul contenuto e la frquenza degli spot per aloclici in tv, i cui riusltati non sono stati ancora resi noti".