"...Va accolta e sviluppata quindi la potenzialità delle politiche municipali di raccogliere il contributo e radicare il consenso di tutte le forze istituzionali e sociali, del volontariato e del terzo settore, impegnate sul territorio, superando il modello attuale di intervento fondato prevalentemente sui SERT e sullle Comunità terapeutiche: questi soggetti, pur dotati di qualificate capacità tecniche, non possono infatti essere i soli titolari della programmazione delle politiche contro le tossicodipendenze in quanto non compiutamente in grado nè di cogliere la complessità del fenomeno dell'uso delle droghe, che si intreccia in modo capillare con la realtà della vita quotidiana, nè di incidere in modo significativo sui meccanismi sociali, economici, culturali correlati al consumo di sostanze stupefacenti...è infine essenziale che i Comuni stessi realizzino ogni possibile coordinamento e sinergia,utilizzando forme associative e di cooperazione ed accordi di programma così come previsto anche dalla legge 142
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