La citta' inorridita dopo l'assassinio della donna davanti al figlio. Una nuova criminalita' al potere.di GIUSEPPE D'AVANZO, La Repubblica, 13 giugno 1997
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NAPOLI - CAMORRA? La si puo' chiamare ancora camorra, se si vuole, ma la delinquenza che stringe alla gola l'area metropolitana di Napoli non e' un'organizzazione criminale. Non lo e' piu' da quando Raffaele Cutolo e' in galera, i Nuvoletta sono stati uccisi dal cancro o dal piombo, Antonio Bardellino e' finito inghiottito chissa' dove e da chissa' i che cosa e Michele Zaza e' stato "pizzicato" in Costa Azzurra prima di crepare d' infarto in carcere. La Malanapoli e' oggi un adolescente di quindici anni che, alle dieci del mattino, ha tirato su nel naso un centimetro e mezzo di cocaina. Il questore Arnaldo La Barbera si gratta la capa pelata. Ha una faccia immobile che sembra scolpita nella pietra lavica e una voce arrochita dalle sigarette e da una vita fatta di troppe bestemmie e troppo lavoro. "Un tipo cosi', quindici anni piu' o meno, chiamiamolo Tonino, l'altro giorno tenta uno scippo in piazza Garibaldi. E' uno scippo violento. Intervengono i Falchi, lo afferrano. Il ragazzo, il bambino, il delinquente
- come diavolo definirlo? - appare in Questura nemmeno fosse stato invitato a una festa. E' sereno, quasi allegro". "MI GUARDA e dice: "Dotto', la mattina io mi alzo e mi faccio di cocaina. Per pagarmi la cocaina, devo rubare. Se rubo, devo mettere nel conto che qualche volta - mica sempre! - mi prendete. E che fa? Tanto mi faccio un settimana al gabbio, e poi sto di nuovo fuori. Dotto', vediamoci tra una settimana che vi offro il caffe'"". La Barbera conclude: "Minorenne. Cocainomane. Scippatore. Quel Tonino li', ogni volta che ci riusciremo, lo metteremo dentro, ma puo' essere una soluzione? L'unica soluzione possibile? Tonino non ha davanti a se' alcun futuro e l'arresto sara' per lui un accidente come il vento e la pioggia. E come il vento e la pioggia, l' arresto viene e passa". Numeri e non parole perche' Tonino non conta frottole. Da marzo ad aprile, la polizia ha arrestato 1.132 delinquenti, 1.029 addirittura in "flagranza di reato". Bene, dei 1.132, 375 sono in galera, 314 sono stati scarcerati, 17
8 sono a casa agli arresti domiciliari che nessuno ha il tempo di controllare e 265 nemmeno hanno visto il carcere.
(...)
Napoli, che pure ha assistito senza batter ciglio a guerre di camorra con migliaia di morti, oggi fa i conti con l'imprevedibilita' di questa delinquenza stracciona e disperata che puo' colpire, in una fola di pazzia, dovunque, chiunque. E la citta', che pure si e' lasciata governare da politici che con la camorra ci andavano a nozze, si scopre improvvisamente nuda e senza difese. Mercoledi', e' successo all' Arenella, e' successo a Silvia. Poteva accadere a Chiaia, al Vomero, a Posillipo, a Fuorigrotta, a mia madre, a mia moglie, a mio figlio, a me. E' una sensazione di incertezza, un brivido freddo lungo la schiena che sollecita pericolosi isterismi. C'e' chi ieri davanti al sagrato dell'Annunziata, dove e' stata composta la salma di Silvia Ruotolo, diceva: "Bisogna ammazzarli". C'erano poliziotti che piegavano il capo e aggiungevano: "Altro che esercito, ci vogliono leggi speciali per questi animali". E' un'emotivita' che i giorni scioglieranno. Quel che il tempo dovra' sciogliere - e non sara' facile con
le elezioni amministrative alle porte - e' lo sfilacciamento istituzionale della citta'. Ogni autorita' cittadina, in una febbre di protagonismo, si fa avanti in queste ore contro tutte le altre. L'opposizione del centro-destra rumoreggia contro Antonio Bassolino come se fosse lui, il sindaco, il responsabile dell'ordine e della sicurezza. Il cardinale, dalle silenziose stanze dell'Arcivescovado, coglie l'occasione per ricordare
che "i problemi non si risolvono con belle parole come Rinascimento napoletano", cinico rilievo politico per il primo cittadino del quale il prelato da tempo si sente l'unico oppositore "politico". Il procuratore Agostino Cordova che ripete: "Io, l'avevo detto...". Tutti invocano per Napoli "l'attenzione nazionale". Pero', ognuno preferisce ripeterlo in solitudine. Contro gli altri. In cerca di consenso per una corsa verso il nulla.