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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 13 giugno 1997
"IMBOTTITI DI COCAINA PRIMA DI SPARARE"
Gli investigatori sono convinti che la droga sia all'origine dell'agguato. La Barbera: criminali di nessuno spessore.

L'ultima generazione dei clan: film di Van Damme e pitt bull al guinzaglio

di Fulvio Bufi, Corriere della Sera, 13 giugno 1997

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NAPOLI - Parlando dei killer che mercoledi' mattina hanno ucciso Silvia Ruotolo, il questore di Napoli Arnaldo La Barbera si e' lasciato andare a considerazioni molto esplicite: "Sono criminali di nessuno spessore - ha detto -. Gente che prima di andare a sparare si riempie di cocaina".

La droga, come viene confermato dalle indagini, assume dunque un ruolo di primo piano nel quadro che gli investigatori fanno di boss e gregari di quello che una volta era il clan capeggiato da Luigi Alfano e che adesso si e' spaccato in due: da una parte il vecchio capo, dall'altro gli scissionisti Antonio Caiazzo e Luigi Cimmino. A loro Alfano aveva affidato il controllo dei suoi traffici quando fini' in carcere con l'accusa di associazione camorristica (successivamente e' stato assolto), ma quelli che una volta erano i due piu' fidati luogotenenti hanno invece deciso di mettersi in proprio. Da qui la faida interna alla cosca che ha portato all'agguato dell'altra mattina.

In questura sono stati convinti sin dall'inizio che anche in quei momenti gli uomini del commando erano imbottiti di droga. Ed e' una convinzione che nasce dall'esperienza: quasi sempre, quando si sono trovati ad avere a che fare con questi personaggi, i poliziotti si sono accorti di quanto per loro fosse importante la cocaina. La prima volta accadde il 30 maggio del 1995, quando a San Giovanni a Teduccio, un quartiere della periferia di Napoli, il sedicenne Ivan Maione uccise a colpi di pistola l'impiegato comunale Salvatore Mazzarella, fratello del boss Ciro. Quello fu un episodio legato allo scontro tra il clan Mazzarella e quello dei Rinaldi (di cui faceva parte Maione). Il giovanissimo assassino fu fermato da alcune "volanti" pochi minuti dopo l'agguato: impugnava ancora l'arma e anziche' scappare se ne andava in giro con aria persa. "In questura ci accorgemmo subito che era completamente fatto. Aveva gli occhi sgranati, non connetteva", ricorda Antonio Borrelli, all'epoca alla guida della Omicidi e ogg

i vice capo della squadra mobile.

Dopo quella vicenda altre mille storie di boss e gregari affezionati alla cocaina si sono presentate agli occhi di funzionari e agenti di polizia. Proprio per far capire quanto la cocaina detti i tempi della vita dei malviventi napoletani, il questore La Barbera riferisce un episodio emblematico: pochi giorni fa, in una strada del centro fu bloccato uno scippatore di 15 anni. Erano le dieci del mattino, e lui gia' era completamente intontito. Ma quella roba non intontisce soltanto. I killer la usano per darsi la carica. Ed e' il loro primo mito. Perche', spiegano ancora alla "mobile", i camorristi dell'ultima generazione sono gente piena di miti. In testa ci sono gli attori Jean Claude Van Damme, Arnold Schwarzenegger e Steven Seagal, simboli di forza insuperabile. Non si perdono nessuno dei loro film, se li rivedono in cassetta e, quando poi scendono in strada per andare ad ammazzare un rivale, si comportano esattamente come in quelle scene che hanno mandato a memoria.

In un clan come quello di Alfano, per esempio, ci sono killer specializzati nel centrare il bersaglio sparando all'indietro, oppure altri che sono capaci di scaricare un'intera mitraglietta impugnandola con una sola mano. Quando non sono in azione se ne vanno in giro con il pitt bull al guinzaglio. Hanno sempre il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e il Rolex d'oro al polso. Al momento di sparare, poi, accompagnano i colpi delle loro armi con urla feroci e mettono a frutto, oltre che le doti di cecchini, anche quelle di abilissimi piloti. "Io faccio il poliziotto da tanti anni - spiega il capo della squadra mobile Aldo Faraoni -. Ma non ho visto mai nessuno guidare una moto come questi di Napoli".

 
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