La Corte di Cassazione contro un giovane di Matera: "E' stato lui solo a comprare la droga". Fumo' con un amico, rischia 6 annidi Daniela Daniele - La Stampa, 17 giugno 1997
--------------------------------------------------------------------------------
ROMA. Prepararsi uno "spinello" e poi passarlo a un amico per fargli fare qualche tirata puo' costare da due a sei anni di galera. Il reato e' "cessione illecita di stupefacenti". Detto in breve: spaccio. Lo ha stabilito la Cassazione (sesta sezione penale), rovesciando una sentenza del tribunale di Matera che aveva assolto un tossicodipendente. L'uomo, dopo aver confezionato uno spinello, l'aveva passato a un altro tossicodipendente.
Secondo i giudici di Matera, il fatto doveva rientrare nella definizione di "uso personale non punibile" perche' la vicenda riguardava l'"uso collettivo" di droga "da parte di soggetti tossicodipendenti". Ma i giudici della Cassazione hanno sottolineato che soltanto in un caso si ha "uso di gruppo non punibile". Quando, cioe', le persone che si scambiano lo spinello hanno comperato, tutte insieme, la sostanza stupefacente. E non era questo il caso di Matera: l'imputato era il proprietario della droga che, poi, aveva offerto all'amico.
La sentenza fa discutere, "ma - osserva Giuliano Pisapia, presidente della commissione Giustizia della Camera - bisogna riconoscerlo: la Cassazione non ha fatto altro che applicare la legge alla lettera". La materia, tuttavia, e' parecchio dibattuta. Lo stesso onorevole Pisapia ricorda come vi sia giurisprudenza molto contrastata su episodi del genere. "Soprattutto - continua - dopo il referendum che abrogava la punibilita' per l'uso personale di droga".
Questa, pero', potrebbe essere l'ultima sentenza della Cassazione al riguardo. "Proprio in questi giorni - annuncia Pisapia -, durante i lavori per la messa a punto del progetto di legge sulla depenalizzazione dei reati connessi all'uso di droga, e' stata inserita una norma, gia' approvata dalla commissione Giustizia, che prevede la non punibilita' penale per la cessione di sostanze stupefacenti che non abbia finalita' di lucro e serva soltanto a uso personale". La proposta, precisa ancora il parlamentare, non ha nulla a che vedere con la legalizzazione delle droghe. "Si vuole soltanto evitare - conclude - che per un passaggio di spinello si finisca in carcere, dove si passera' all'eroina e si verra' a contatto con la criminalita' organizzata". Saranno mantenute, peraltro, le sanzioni di carattere amministrativo, soprattutto nel caso di tossicodipendenti, e saranno finalizzate al recupero e al reinserimento.
"Lo spaccio e' un'attivita' a scopo di lucro che prevede un mercato illegale, con esercenti illegali collegati da un rapporto criminale - aggiunge il portavoce dei Verdi Luigi Manconi -. In questo caso c'e' stato un semplice consumo collettivo a scopo ricreativo. Le sentenze della Cassazione sono contraddittorie: e' ora di riaffermare la certezza del diritto".
Da chi opera "sul campo di battaglia", immediata la reazione. "La VI sezione penale mette ancora una volta in evidenza i limiti e le storture dell'attuale legislazione sulle droghe". Cosi' al gruppo Abele, fondato da don Luigi Ciotti, si commenta la sentenza della Cassazione. Una sentenza che da un lato preoccupa l'associazione, "cosi' come le proposte di alcuni politici, tese a rivedere in senso ancor piu' repressivo l'attuale legge", ma, dall'altro, "dice una cosa precisa: occorre sottrarre questa materia a una giurisprudenza contraddittoria e lacunosa e andare rapidamente a modifiche coerenti con la conferenza di Napoli, rispettose del referendum del '93 e nel segno della commissione Giustizia".
Un'esigenza sottolineata anche dal Cora (Coordinamento radicale antiproibizionista): "La sentenza della Cassazione che contraddice i pronunciamenti che solo sei mesi fa andavano in direzione diametralmente opposta - osservano i responsabili - dimostra il totale stato di incertezza del diritto che vige attualmente in Italia in materia di droghe illegali". Secondo il Cora, pertanto "e' urgentissima, a questo punto, una riforma della legge sulla droga".