di Francesco Merlo - "Sette" n.26, supplemento al Corriere della Sera di oggi, pag. 31------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La Corte di Cassazione ha stabilito che offrire un tiro di spinello e' reato di spaccio. D'ora in poi, per non essere arrestato durante quel rito collettivo che e' "il fumo", il giovane che passa la canna al vicino dovra' prima accertarsi che anche quell'altro abbia materialmente partecipato all'acquisto. "Offrire" e' infatti gia' "spacciare". Piu' che una sentenza questo e' un aforisma da spiaggia, straordinario come tutti gli aforismi che, piu' ancora delle sentenze, non ammettono repliche.
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Anche in Italia c'e' che si dice contrario allo spinello perche' provoca una dilatazione della coscienza, modificazione neurologiche, allena e prepara alla droga piu' pesante. Ma c'e' all'opposto chi e' favorevole perche' ritiene che la dilatazione della coscienza e quelle modificazioni neurologiche siano socialmente utili e certamente meno gravi di altre dilatazioni della coscienza. In questo caso lo spinello e' lo sfogo, un rito collettivo che allontana dalla droga piu' pesante. E bisogna distinguere tra il tossicomane che soffre e l'epicureo che gode delle cose, come il buongustaio che chiude il pranzo con un buon sigaro: tiene il piacere tra le mani e sa come mettervi le briglie.
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La tendenza, anche in Italia, e' quella di non punire il consumo ma lo spaccio. Ma la Corte di Cassazione ha stabilito che uno dei momenti essenziali del consumo - l'offerta del tiro al compagno vicino - e' gia' spaccio. Nell'Italia dei convegni e dei dibattiti il problema politico e sociale dello spinello eternamente pende come tutti gli altri problemi.
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Ancora una volta, dunque, nel vuoto della politica, si e' inserita la magistratura con quella sua sentenza che e' ricca di fantasia giuridica, intelligentissima ma profondamente in malafede. Per combattere la droga la Corte di Cassazione ha infatti usato un'altra droga, la droga della sottigliezza verbale, della capziosita' formalistica e apocalittica. Non c'e' solo un approccio totalmente estraneo all'universo dei consumatori di spinelli, e' la spia di un malessere culturale e ormai epocale della giustizia che surroga la politica a colpi di insindacabili aforismi.