I piu' a rischio sono gli adolescenti: in America si comincia a fumare marijuana prima dei 14 anni. Allarme rosso dell'Onu: ne fanno uso 250 milioni di personedi Maria Grazia Bruzzone - La Stampa, 15 luglio 1997
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ROMA. Negli ultimi anni il consumo di droghe e' aumentato in tutto il mondo. Ormai, tra il 3,4 e il 4,1% della popolazione mondiale ne fa uso, circa 250 milioni di persone. Un mercato che fa gola. E infatti i ricavi derivanti dall'industria delle droghe illecite sono stimati intorno ai 400 miliardi di dollari. Un fatturato che equivale all'8% del totale del commercio internazionale, piu' alto del giro di affari globale di ferro, acciaio e auto messi insieme, analogo al commercio mondiale di tessili. Tanto per fare un paragone: gli investimenti stranieri nel globo ammontano a "soli" 240 miliardi di dollari, gli aiuti ufficiali allo sviluppo a 69. Come dire che il mercato globale piu' attivo e' quello della droga che, oltre a tutto, e' esentasse.
Queste, e altre cifre provengono dal Rapporto Mondiale sulla droga dell'Undcp, l'agenzia dell'Onu diretta dall'ambasciatore Giorgio Giacomelli (al quale in agosto subentrera' un altro italiano, Pino Arlacchi): un volume ricco di notizie e tabelle presentato ieri in Italia, in cerca di un editore che lo traduca e lo metta in vendita nelle librerie, e magari ne diffonda un po' di copie nelle scuole.
La ricerca dimostra infatti che il primo ricorso all'abuso di droghe si riscontra spesso nell'adolescenza. E che c'e' una forte probabilita' i ragazzi iniziati anche solo a droghe "leggere" diventino da adulti consumatori anche di altri tipi di sostanze. Proprio fra i giovani il consumo aumenta, non piu' solo nell'Occidente (negli Usa l'uso di marijuana e cocaina fra gli studenti e' raddoppiato fra il '91 e il '94, e l'eta' media di inizio e' scesa a 13,9 anni), ma anche nei Paesi in via di sviluppo. L'incidenza dell'abuso tra le persone fra i 18 e i 34 anni e' la piu' elevata tra tutta la popolazione attiva. La droga piu' diffusa in assoluto nel mondo e' la cannabis (hashish e marijuana) consumata da 140 milioni di persone. Ma l'aumento piu' vistoso si registra nelle droghe sintetiche, anfetamine o ecstasy, che interessa 30 milioni di persone. Il rapporto esamina il fenomeno del consumo, e sottolinea lo stretto legame fra uso di droghe pesanti e Aids, che deriva dall'estendersi dell'epidemia anche in Asia:
l'assunzione di droghe per endovena e' ormai diventata il secondo fattore di esposizione al virus. Ancora piu' eclatanti sono le sezioni dedicate a quella che la ricerca non esita a chiamare "industria" delle droghe illecite (il rapporto accenna anche ai 227 milioni di persone dipendenti da sedativi, dalle benzodiazepine ai barbiturici, ma si tratta di droghe vendute in farmacia). Un'industria, quella delle droghe illecite, che consente margini di profitto altissimi, calcolati nel 240% dei prezzi all'ingrosso per le anfetamine, del 300% per la cocaina, del 100% per l'eroina. Ne' ci si riferisce solo alla produzione di stupefacenti, peraltro ben nota e circoscritta, nel caso degli oppiacei ai tre Paesi della Mezzaluna d'Oro (Afghanistan, Iran e Pakistan) e del Triangolo d'Oro (Laos, Myanamar e Thailandia), ne' ai cartelli sudamericani (Peru', Colombia e Bolivia offrono il 98% della cocaina). Il rapporto traccia una mappa dettagliata delle varie mafie nel mondo. E evidenzia il legame fra industria della droga,
traffico illecito delle armi, e riciclaggio del denaro sporco nei paradisi fiscali, i "centri offshore" nei quali transita piu' della meta' della ricchezza mondiale. Circa 2 miliardi di dollari di ricchezza privata (il 20% del totale) e' investita in questi centri. Nel 1994 le banche avevano investito off-shore il 30% dei denari investiti globalmente nei Paesi industrializzati. Ed e' proprio verso il riciclaggio, che negli ultimi anni e' diventato un fenomeno sempre piu' internazionale e professionale, che si va indirizzando l'attivita' dell'agenzia dell'Onu.