Alcuni anni fa uscirono alcuni articoli in nazionale sul fatto che i bravi e buoni cittadini di Livorno non volevano assolutamente che venisse aperto il servizio pubblico per le tossicodipendenze nella loro bella città (lo so, ho una memoria mostruosa, mala notizia era abbastanza eclatante); tuttalpiù volevano che fosse piazzato in zona periferica ed insalubre.
Vincenzo e compagni possono agevolmente scoprire come è la situazione attual e se ci sono le condizioni per una bella polemica con l'assessore regionale e l'amministrazine cittadina.
Se può servire, stò facendo un lavoro di sintesi della Relazione del governo al Parlamento sullo stato delle td.ze in Italia nel 1996; allegate ci sono pure le relazioni delle varie regioni.
Dalle quattro pagine prodotte dalla regione Toscana rilevo che:
"SERT previsti n.40 e funzionanti n.40; personale previsto n.681 e efetivamente presente n.530 ai sensi del D.M. 444/90...Dei 20 istituti penitenziari toscani, 15 hanno convenzioni con le USL per la presenza del SERT all'interno del carcere...
...STRATEGIE ADOTTATE: la Regione Toscana non ha dato indicazioni operative univoche sulle strategie d'intervento, molti servizi seguono indicazioni di "riduzione del danno" che significa e comporta interventi differenziati nei diversi SERT,in relazione alla "cultura" complessiva del servizio e dei singoli operatori...".
Dunque la rossa Toscana non sa (o non gliene frega niente) che il rosso Governo centrale ha riaffermato con la Conferenza di Napoli del marzo scorso che la politica di "riduzione del danno" è il cardine degli interventi in materia; "la politica", non le "512 politiche" dei "512 Sert italiani".
Con tale agnosticismo operativo, come farà la regione Toscana a distribuire entro dicembre i fondi antidroga che Roma gli ha affidato in gestione?
Madonna bucaiola, Vincenzo scatenati!