Il Paperone-filantropo: la politica di questo Paese nei confronti del problema è folle, cambiamola.George Soros dona miliardi alla campagna antiproibizionista
dal sito Internet del quotidiano La Stampa di oggi (www.lastampa.it)
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NEW YORK - NOSTRO SERVIZIO
E adesso George Soros ha deciso di guardare in casa. L'anno scorso, per aiutare in vari modi i Paesi ex socialisti, il controverso miliardario ha speso 360 milioni di dollari (oltre 600 miliardi di lire), in qualche caso superando perfino gli aiuti destinati a quei Paesi dal governo di Washington. Ma ora che li' "le cose si sono un po' calmate - dice - vediamo un po' cosa può essere fatto qui". E da fare, naturalmente, c'e' molto per uno che vuole essere ricordato come "uno speculatore finanziario, filantropico e filosofico". Per esempio c'e' da combattere quella che lui definisce "l'insanita' della politica anti-droga" degli Usa.
Gia' l'anno scorso, distraendosi un momento dall'impegno internazionale, aveva dato un milione per la causa di quei malati terminali che possono alleviare le sofferenze degli ultimi giorni con l'uso di droghe illegali, fra cui anche la marijuana. In California era stato indetto un referendum per decidere se permettere o no ai medici di prescriverle, ma le forze del "no", guidate dal governatore Pete Wilson, erano organizzate e potenti. Grazie anche a quel milione di Soros, i promotori del "si'" hanno avuto modo di fare la loro propaganda e alla fine hanno vinto.
Ora si tratta di andare oltre, e Soros ha fatto i suoi piani. Per i prossimi cinque anni ci sono 15 milioni di dollari a disposizione di coloro che si oppongono alla "guerra alla droga" o che comunque si adoperano affinché la politica americana seguita finora venga messa in discussione. Secondo lui gli "effetti collaterali" di quella guerra - primo fra tutti la criminalizzazione di migliaia di tossicodipendenti - sono infinitamente superiori ai successi limitatissimi che la proibizione ha ottenuto. "I politici - spiega - non possono permettersi di dire queste cose perché rischiano il posto. Io invece non rischio nulla e le dico".
Oltre a quei 15 milioni destinati a "cambiare la politica" ci sono quelli destinati a "cambiare la realta'": 25 milioni destinati ai centri di prevenzione e recupero dei drogati e altri 8 milioni per quelli che si occupano della criminalita' giovanile in genere. Poi ci sono le altre cose che Soros vuole "correggere" in America. Indignato dalla nuova politica sugli immigrati, che secondo lui e' contraria alla "migliore tradizione di questo Paese: quella di accogliere gente da tutto il mondo", Soros ha destinato 50 milioni di dollari a una fondazione che intende "supplire" all'assistenza sociale che le nuove leggi negano agli immigrati. Ma siccome quelle leggi non colpiscono solo loro, ecco altri 2 milioni e mezzo destinati all'assistenza dei poveri in genere.
Ma "tutto si tiene", come si sa, per cui ci sono altri 12 milioni di dollari per il "Progetto Algebra", un programma educativo; 3 milioni e 200.000 dollari per aiutare la campagna per la riforma del finanziamento della politica e 20 milioni affinche' tutti, anche i poveri, possano "morire con dignita'". Un totale di 136
milioni di dollari, che sono meno dei 360 spesi l'anno scorso nell'ex mondo comunista ma che comunque fanno di George Soros "il più interessante filantropo americano dopo Andrew Carnegie", come dice Richard Holbrooke, quello degli accordi di Dayton sulla Bosnia. Non e' d'accordo il vecchio Abe Rosenthal, per anni direttore del "New York Times" e ora columnist di quel giornale. Secondo lui George Soros ha dato addirittura "un nuovo senso al concetto di ''drug money''".
(f. p.)