CORA: "ACCERTATA LA CORRELAZIONE FRA RISCHIO SANITARIO E RISCHIO CRIMINALE"da Agenzia radicale n.27 - 30 agosto 1997
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A giugno il Governo ha presentato al Parlamento la Relazione sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 1996, da cui risulta un dato eclatante: 1394 morti per overdose (nel 1995 erano state 1195, nel 1986 erano state 292), senza contare le morti indirette (suicidi, epatiti, AIDS...). Tutto questo, con l'esplicita affermazione che si tratta di dati non definitivi, destinati comunque a crescere.
Nello stesso anno, in tutte le citta' italiane, si e' registrato un inasprimento della "guerra criminale" per il controllo del mercato della droga fra gruppi organizzati, locali e non italiani, che ha aggravato la situazione dell'ordine pubblico ed i problemi di sicurezza per tutti i cittadini: innanzitutto per quanti ne' consumano ne' "commerciano" droga, ma sono esposti ai rischi di un potere "territoriale" esercitato dalla criminalita' organizzata, e spesso vanamente conteso o definitivamente perduto da parte delle forze dell'ordine.
Da questi fatti emerge con chiarezza il duplice fallimento di un approccio proibizionista ai problemi di droga. Da una parte, l'inasprimento delle misure di polizia e dell'attivita' repressiva in genere ha come diretta conseguenza la "destabilizzazione" del mercato criminale delle droghe, e dell'eroina in particolare, e dunque un aumento sensibile delle overdosi. Dall'altra, funziona come strumento di "selezione" fra i gruppi criminali, che, in reciproca concorrenza, si contendono il controllo - non solo commerciale, ma "territoriale" - di vaste aree delle citta' italiane, e dunque ne accresce l'aggressivita'.
La stretta correlazione fra rischio sanitario e rischio criminale non e' certo fenomeno sconosciuto; per converso, se ne sono avute conferme quando si sono verificate drastiche riduzioni delle overdosi nelle zone sottoposte ad una rigorosa "pax mafiosa".
Le conseguenze sgradite del rigore proibizionista sono dunque esattamente opposte ai suoi obiettivi. E' questione su cui sarebbe quanto mai opportuno riflettere razionalmente, visto che questi fenomeni - contrassegnati da un insieme di piccoli e grandi episodi - spinge spesso a reazioni emotive, e alla richiesta, drammaticamente sollevata da parte dell'opinione pubblica, di "fare qualcosa": e in tema di droga, "fare qualcosa" continua pero' a significare: fare - con piu' forza - "la stessa cosa". Appunto, la cosa sbagliata.