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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 5 settembre 1997
DROGA: CORA "COSA PENSA IL MINISTRO BINDI DEL NUOVO 'CASO OLANDA'?"
Dichiarazione di Carmelo Palma, della Direzione del Cora, Coordinamento Radicale Antiproibizionista

da AGENZIA RADICALE Nr.33 del 5 settembre 1997

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Le politiche sulle droghe olandesi sono - come il Presidente francese Chirac non manca di ricordare - un'anomalia. Nell'Unione Europea, come e' noto, e' anomalo chiunque pensi di trattare le tossicodipendenze o il consumo di droghe proibite come un qualunque fenomeno sociale a grande impatto sanitario. L'Olanda fa eccezione, perche', fra grandi difficolta' politiche, interne ed esterne, e di fronte al continuo fuoco di sbarramento degli altri paesi membri dell'UE, che ne pretenderebbero l'allineamento su posizioni "dure", ha dimostrato che il capovolgimento o lo "svuotamento" progressivo delle politiche proibizioniste porta a ridurre i danni connessi alla diffusione delle droghe illegali. E' insomma un doppio scandalo: perche' deroga sensibilmente dal proibizionismo e perche' ottiene risultati. E tra i due, il secondo e' indubbiamente lo scandalo piu' intollerabile.

In questi giorni, grazie alla costanza della ministra della Sanita' Borst, il Governo olandese ha compiuto un altro passo, presentando al Parlamento un progetto pilota di somministrazione controllata di eroina ad un numero contenuto di tossicodipendenti. Il Governo olandese ha ragionato in questi termini: se i risultati ottenuti nella confederazione elvetica da un'analoga sperimentazione avviata ormai da 3 anni, e dunque ampiamente verificata, sono positivi e altrettanto confortante e' il consenso dell'opinione pubblica che pochi mesi fa ha bocciato un referendum che ne chiedeva l'interruzione, perche' rinunciare ad uno strumento non solo utile, ma anche politicamente "sostenibile", di controllo sociale e sanitario?

E su questo, che dice il Governo Italiano? Cosa dice la Ministra Bindi? Quale ragione minimamente presentabile ha gia' oggi il governo, per giustificare il bando a "buone pratiche" di governo della salute e della societa'?

Quale ragione dovrebbe impedire che anche nel nostro Paese si verificasse, inizialmente su piccola scala, una sperimentazione che ha gia' dimostrato di funzionare bene e comunque meglio molto meglio delle politiche tradizionali?

In tema di droghe, il ministero della Sanita' non ha avuto timore di "tollerare" sperimentazioni - basti pensare all'UROD - giudicate, sin dall'inizio, estremamente a rischio e comunque di non eccezionale riuscita; perche' non dovrebbe "concedere", o promuovere, sperimentazioni gia' ampiamente "testate"?

 
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