Il Manifesto, 24 settembre 1997---------------------------------------------------------------------------------------------
A dar fuoco alla polveri e' stata, il 17 settembre, la verde Dominique Voynet, ministro dell'ambiente nel governo Jospin, dicendosi favorevole alla legalizzazione della marijuana e, in un'intervista al settimanale satirico "Charlie Hebdo", raccontando "di essersi fatta in passato qualche spinello". Apriti cielo, il centro-destra francese ansioso di rialzare la testa dopo la batosta elettorale di giugno ha colto al volo l'occasione e ha scatenato una campagna contro il permissivismo della "gauche". Il primo a chiedere le dimissioni della Voynet e' stato il presidente del "Movimento per la Francia" (Mpf) l'ultraintegralista cattolico e antieuropeo Philippe de Villiers. "Un ministro di Francia non puo' ammettere di essere un consumatore di droga, ha tuonato in parlamento il visconte della Vandea. Ma inutilmente, perche' sull'esempio di Dominique Voynet, il ministro della giustizia, la socialista Elisabeth Guigou, ha sostenuto domenica su "Tf1" che "fumarsi uno spinello non e' certo un dramma, salvo che non dive
nti una regola". Provocando stavolta le reazione del nuovo capogruppo del partito neogollista all'Assemblea nazionale, l'ex ministro dell'interno, Jean-Louis Debre': "Quelle del ministro Guigou sono affermazioni irresponsabili - ha detto - la lotta contro la droga deve essere una priorita' di tutto il governo. I socialisti non possono sottrarsi a questo obbligo se non vogliono mettere in pericolo i nostri ragazzi che hanno grande bisogno di punti di riferimento". Il tutto per impedire che si avvii la riforma della legge sugli stupefacenti del '70 depenalizzando il consumo di "droghe dolci".