Dichiarazione di Carmelo Palma, del CORA-Coordinamento Radicale AntiproibizionistaDai primi dati del rapporto commissionato dal Consiglio Svedese per l'informazione sulla droga, in collaborazione con il Gruppo Pompidou del Consiglio di Europa, emerge che, nel nostro paese, 1 sedicenne su 5, e, nell'intera Europa, 1 su 3 consuma abitualmente le cosiddette "droghe leggere". Non si sbaglierebbe probabilmente a ritenere che nei 18-25enni la percentuale di giovani dediti abitualmente al consumo di cannabis sarebbe superiore. Eppure in Italia nel solo 1996 sono state compiute (Fonte Min. dell'Interno) ben 8.456 operazioni di polizia relative alle droghe leggere - circa la meta' di quelle compiute nell'anno su tutte le droghe illegali - e sono state sequestrate quasi 12 tonnellate di derivati della cannabis.
Tutto cio' significa che:
almeno 1 sedicenne su 5 - e, in Europa, 1 su 3- entra abitualmente in contatto con i terminali di quel circuito mafioso-affaristico che incassa ogni giorno la rendita della proibizione : le legislazioni proibizioniste, dunque, non solo non impediscono, ma favoriscono il contatto di centinaia di migliaia di minorenni con ambienti criminali;
risulta ampiamente dimostrato che - come gli antiproibizionisti sostengono - la proibizione incentiva la diffusione delle sostanze illegali, ed e' irrealistico e ingannevole promettere il potenziamento dell'attivita' repressiva: l'attuazione delle disposizioni relative alla violazione della legge sulla droga, infatti, gia' costituisce l'occupazione principale delle forze di polizia e dell'autorita' giudiziaria (34.316 delle 92.411 persone ristrette in carcere nel 1996 erano incriminate per "spaccio" di droga);
nei diversi paesi europei la percentuale dei sedicenni dediti all'uso di droghe leggere - come, per altro verso, di alcool e tabacco - sembra dipendere assai piu' da fattori socioculturali che dalla piu' o meno grande "durezza" delle legislazioni;
con ogni evidenza, viste le dimensioni e - ancor piu' - le proporzioni del fenomeno, il consumo di "droghe leggere" e' un fenomeno di massa, i cui effetti nocivi (certi, ma altrettanto certamente inferiori a quelli di molte droghe legali) nella stragrande maggioranza dei casi non pregiudica la qualita' della vita dei consumatori.
Dunque, sulla base dei primi dati diffusi dalle agenzie di stampa, si puo' dire che un rapporto commissionato per rilanciare e rafforzare le ragioni del proibizionismo dimostra e rafforza, al contrario, le ragioni, che suffragano - verrebbe da dire "irrefutabilmente" - la proposta di legalizzare le cosiddette "droghe leggere" per ridurre i danni sociali connessi alla loro diffusione.