(dal Sole 24 ore del 12 novembre)"Roma - Si volta pagina nella cura dei detenuti malati di AIDS. Ogni istituto penitenziario stipuleà convenzioni con le aziende sanitarie locali o con gli ospedali accreditati dalle Regioni. In base agli accordi, i farmaci verranno prescritti dalle strutture accrditate sotto la supervisione dello specialista in malatttie infettivee in collaborazione con i medici penitenziari. Gli accertamenti diagnostici e i monitoraggi clinici potranno essere effettuati sempre nei centri "riconosciuti", qualora non sia possibile in carcere. Le spese saranno a carico del minstero di Grazia e giustizia. Questi i punti salienti dellla convennzione tra i ministeri di Sanità e Grazie e giustizia, che hha ricevuto ieri il parere favorevole della commissione Aids.
La convenzione è stata accolta positivamente dalla Lila, l'associazione che si batte per i diritti dei malati di Aids e che aveva sollecitato cure efficaci anche per chi è in carcere. Attualmente sono un centinaio i detenuti con Aids conclamato, 300 quellicon infezione da Hiv in stadio avanzato, mentre circa 4.500 persone risultano sieropositive.
La commissione Aids si è anche occupata delle nuove terapie con farmaci a base di inibitori della proteasi, per i quali gli esperti hannno chiesto fondi aggiuntivi al ministtero della Sanità. Secondo le prime stime la terapia con questi medicinali (che dovrebbe interessare 30mila persone) comporterebbe una spesa di 15-18 milioni all'anno per paziente, cui vanno aggiunti i costi per monitorare la concentrazione del virus".
Grandi manovre sui farmaci dopo-Aids ma non si fa nulla nelle carceri per prevenire l'Aids, magari distribuendo metadone...o eroina terapeutica. Le case farmaceutiche guadagnerebbero troppo poco da metadone ed eroina, meglio investire in "inibitori della proteasi"... e in "inibitori dell'informazione"!