Roma, 20 novembre 1997
Se, come oggi e' accaduto a Mariano Giustino, si giungesse seriamente ad ipotizzare un reato di opinione "antiproibizionista", e a giudicare di conseguenza, fondato un reato di concorso del tutto politico e ideologico, almeno 100 parlamentari della Repubblica dovrebbero personalmente temere l'applicazione cosi' zelante ed assurda di un criterio di "correita' politica".
Se chiunque dichiarasse pubblicamente il proprio sostegno o il proprio favore all'utilizzo degli strumenti della nonviolenza e della disobbedienza civile per la riforma delle politiche sulla droga fosse, per cio' stesso, sospettabili di un reato di concorso (magari, all'Italiana: "esterno"), sarebbe di fatto imposta una disciplina giudiziaria e di polizia alla lotta politica e al confronto fra le libere opinioni.
Come e' noto, anche i maggiori responsabili del Cora, a partire dal Segretario Eric Picard, hanno deliberatamente e pubblicamente violato la legge italiana sulla droga. A questo punto ci aspettiamo che a tutti i militanti del Cora che abbiano partecipato alle iniziative antiproibizioniste della Lista Pannella, come candidati o sostenitori sia contestato nella medesima forma il medesimo reato. E ce ne dispiace.
Abbiamo sempre invitato l'autorita' giudiziaria e le forze dell'ordine ad applicare con rigore le leggi, soprattutto nei nostri confronti; ma le leggi che esistono, e che vogliamo modificare. Non quelle che non esistono e che - grazie a Dio - neppure Gasparri e Giovanardi si sognerebbero di inventare.