Fortgens S.: Unity-peer education at raves, Jellinek Quarterly, 3: 4, p. 7, 1996da Bollettino per le Farmacodipendenze e l'Alcoolismo, anno XX 1997 n.3
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Con i fondi dell'Unione Europea si sta svolgendo nelle tre citta' un programma sperimentale basato su interventi di un nuovo tipo di operatore da strada: l'operatore da discoteca o comunque da setting nel quale si suona musica "rave" e si tengono party dove l'uso di stimolanti diventa quasi un corollario della danza e del movimento collettivo a ritmi frenetici. Il punto di partenza e' abbastanza chiaro: messaggi anche ben formulati di dissuasione che provengono dall'esterno possono avere in gran parte dei casi effetti boomerang ed accentuare l'incomprensione generazionale. Invece se sono giovani della stessa cultura che nell'interno delle feste rave avvicinano altri giovani fornendo informazioni obiettive circa gli effetti dei vari tipi di psicostimolanti che circolano nella sala, essendo dette informazioni espresse nel linguaggio del gruppo, l'indice di recezione puo' essere discreto. Tanto piu' se non ci si pone come obiettivo il "non consumo" ma, sulla scia della riduzione del danno, un consumo saltuario
e medico. Lo slogan che accomuna l'attivita' di questi gruppi e' "il meno e' il piu'" cioe' un consumo modico ti consente di recepire meglio le sensazioni che ricerchi senza andare incontro a reazioni spiacevoli. Naturalmente gran parte di questi giovani volontari hanno avuto esperienza di psicofarmaci ed hanno seguito un breve corso di informazione e di addestramento nelle tecniche di avvicinamento e di indirizzo. Fra le tre citta' e' in corso uno scambio continuo di esperienze e sono programmate visite "sul campo".
Un primo risultato: quello di segnalare come l'impostazione terroristica che alcuni mass media stanno adottando nei confronti dell'ectasy e di altri nuovi psicofarmaci (tipo "ti uccide il cervello") sembra avere effetti controproducenti in quanto la maggioranza dei consumatori hanno sperimentato solo sensazioni piacevoli e non mostrano nel corso della settimana comportamenti alterati. Il motto del tipo "poco e' bello" potrebbe, al contrario, confermare il risultato di esperienze saltuarie e, quindi, ottenere la riduzione dei casi di sballo.
Ad Amsterdam questi giovani volontari vengono chiamati "i ragazzi freddi": forse perche' non si mostrano "eccitati" nel corso di questi riti collettivi? Il problema e' che il setting di per se e' patogeno e sarebbe anche il caso di un'azione educativa nei confronti dei musicisti in quanto le iperstimolazioni musicali del rave potrebbero avere di per se effetti negativi od azioni additive, anche nei confronti di "dosi modiche".