"...Con riferimento all'economia della camorra le ultime stime disponibili (D'Antona) le attribuiscono un giro d'affari annuo pari a 36mila miliardi (un terzo all'incirca del giuro d'afari totale delle organizzazioni criminali italiane) costituito per la granparte (38%) da proventi realizzati con il traffico di droga, con estorsioni e usura (11%), contrabbando e totonero.Indagini in corso permettono, ancora, di cogliere il prefigurarsi, per la camorra, di processi di globalizzazione nellasua attività di impresa. Un importante clan campano, il cui nome finora non è stato rivelato dagli investigatori, opera in Germania nel traffico di stupefacenti, con investimenti paralleli nel settore dell'edilizia e dell'abbigliamento.
Quasi un ridisegno delle strategie commerciali: la sede centrale (leggi commerciale) ora insediata nel cuore d'Europa con il ruolo di presiedere all'indirizzo dei carichi di "merce" verso l'Inghilterra, l'Olanda, l'Italia, carichiche, una volta arrivati a destinazione saranno poi spacciati da manovali appartenenti a grupi delinquenziali minori (albanesi, nordafricani, giamaicani).
Del resto, come è ben documentato in un'inchiesta di D'Antona, la camorra, da tempo, può considerarsi impresa illegale multinazionale con infiltrazioni in Spagna (clan del Casertano), in Francia (clan Galasso e Tagliamenti), Paesi Bassi, Germania (clan Bardellino, Contini, Licciardi), ex Urss (clan Licciardi), Albania. A smentire stereotipi di una criminalità ancora artigianale, di periferia.".