(Rif. AGI delle ore 16,06: "DROGA: VESCOVI, NO A DISTRIBUZIONE CONTROLLATA")

Se la posizione ufficiale dei vescovi e' quella sostenuta dal segretario generale della CEI, Ennio Antonelli, prendiamo atto con rammarico che la Chiesa cattolica italiana, in tema di tossicodipendenza, continua ad eludere una domanda fondamentale: cosa ne facciamo di chi vuole continuare a consumare eroina e rifiuta di entrare in una struttura di recupero?

A monsignor Antonelli e a quanti, pieni di sacro furore, si precipiteranno a sottoscrivere la posizione dei vescovi italiani, rispondiamo con le stesse parole scritte dal vescovo di Como, Alessandro Maggiolini, sul Sole 24 Ore di venerdi' scorso: "Può essere che, in certi casi, sia utile, almeno per qualche tempo, somministrare sostanze stupefacenti per evitare mali maggiori [purche' cio' sia fatto da parte di persone] che, in pratica, impostano un itinerario terapeutico [...] Ne va della salute fisica e psichica o della stessa vita di persone concretissime".