A Don Luigi Ciotti
c/o "Gruppo Abele"
via Giolitti 21
Torino
Torino, 10 febbraio 1998
Caro Luigi,
consentimi questo inizio molto informale, simile al modo franco con il quale ti rivolgi al prossimo. Ho letto sui giornali della tua ennesima presa di posizione, nel corso della Conferenza europea delle tossicodipendenze, a favore della sperimentazione di una somministrazione controllata dell'eroina: "credo che sia un dovere anche qui una sperimentazione attenta, seria, scientifica su situazioni limite, precise, per fare in modo che nessuno venga tenuto fuori" ("La Stampa" del 8/2/98). Sono parole importanti, anche perchè dette a ridosso di quelle pronunciate dal ministro Livia Turco, con cui il governo ha inteso chiudere la porta alla sperimentazione, e due giorni dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna di un documento col quale la regione si candida a "punto di riferimento" per la sperimentazione stessa. Non sono parole inattese, poichè già nel novembre scorso, quando Marco Pannella lanciò la proposta della sperimentazione a Roma, fosti tra i primi a dichiararti favorevol
e ad un progetto che ricalcasse gli obiettivi e le modalità di quello attuato, con successo, in Svizzera; e quando, un mese fa, il primo magistrato d'Italia, il procuratore generale della Cassazione Galli Fonseca, dichiarò la necessità di "considerare con grande attenzione ... la somministrazione controllata delle droghe sulla base di prescrizioni mediche, inserita in programmi di assistenza e di reinserimento sociale dei tossicomani....", ancora una volta non ti sei tirato indietro, nè tantomeno scandalizzato come altri "don" che ben conosci.
MA NON BASTA, CARO LUIGI; da te ci aspettiamo ancora di più: ci aspettiamo quello che ha fatto Massimo Barra e la Comunità di Villa Maraini di Roma: mettersi direttamente in causa, offrendo la propria disponibilità a collaborare alla sperimentazione. Mettersi in causa è stato il programma della tua vita, Luigi, e quello del Gruppo Abele: in tema di droghe, come non ricordare l'iniziativa della "tenda" in Piazza Carlo Felice, nel 1975, per ottenere una legge sulla droga più umana e meno criminogena; come non ricordare il sostegno concreto, militante, dato dal Gruppo Abele alla raccolta di firme sul referendum contro l'infame legge Jervolino-Vassalli, nel 1991; ma anche, come non ricordare l'impegno quotidiano vostro, assieme agli operatori dell'USL IV, in quell'unità di strada di Porta Palazzo che tenta ogni giorno di "ridurre il danno" della droga ...e delle leggi proibizioniste. E' giunta l'ora di un'altro "scandalo", Luigi, di un altro impegno diretto per superare uno "status quo" intollerabile, in cui i "
crociati della lotta alla droga" impartiscono ogni giorno lezioni di morale e, per esempio, le disposizioni di legge sull'apertura e sull'organico dei servizi per le tossicodipendenze sono inattuate da ben sette anni!
Ci troveremo ancora una volta assieme, Luigi, cristiani e radicali, Gruppo Abele e CORA, accomunati nella lotta per una Riforma " di vita e di speranza"?
Attendo con fiducia una risposta.
GIULIO MANFREDI
(Coordinamento Radicale Antiproibizionista)