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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 27 marzo 1998
DISCOTECHE, ALLARME ECSTASY. TONINI: "UN VERO CANCRO"
Il cardinale attacca i gestori delle sale da ballo. Bruno Cristofori, presidente del Silb replica: ragazzi piu' sicuri da noi che allo stadio.

di Marco Guidi - Il Messaggero, 27-3-98 (www.ilmessaggero.it)

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SAN MARINO - Si puo' produrre praticamente ovunque, consente percentuali di guadagno del 4.000 per cento, colpisce quasi solamente i giovani. E' la droga chimica, quella che noi conosciamo riduttivamente come ecstasy, nuova frontiera dello sballo giovanile e delle narcomafie. Un business in costante aumento in tutta Europa. Anche se e' difficile ottenere stime ufficiali si puo' dire che l'uso delle droghe chimiche, tra cui appunto l'ecstasy, sia aumentato di un 45 per cento in Francia, di circa il 45 in Germania, del 40 in Gran Bretagna e di una cifra vicina al 60 per cento in Olanda (da noi l'aumento e' costante ma molto piu' ridotto, circa del 20 per cento).

Non e' tutto: una ricerca ufficiale del ministero della Sanita' olandese mette l'ecstasy e le altre varie pillole al secondo posto nel consumo olandese di droghe (al quarto se si considerano anche alcool e tabacco) subito dopo la canapa indiana e ben al disopra della cocaina e dell'eroina. Una tendenza simile a quella che si riscontra in tutti gli altri Paesi dell'Unione europea.

Alla luce di questi dati acquista particolare importanza la riunione del cosiddetto Gruppo Pompidou, un'organizzazione formata da 29 Stati membri del Consiglio d'Europa, che si occupa di lotta all'abuso e allo spaccio di droghe che e' in corso nella piccola repubblica di San Marino.

Una riunione che si e' aperta subito con il botto causato dall'intervento del cardinal Ersilio Tonini e dalla replica di Bruno Cristofori, presidente dell'Associazione discoteche italiane. Oggetto della polemica quello che rischia ormai di diventare un tormentone: le discoteche sono l'incubatrice del consumo di droghe chimiche?

Secondo Tonini non ci sono dubbi: la discoteca e' il posto dove i giovani trovano si' il senso dell'amicizia, quello di potenza e di vitalita' che nessuno gli da' fuori, ma una volta usciti? Una volta usciti che fare tra "stalle" e "prigioni"? Le speranze risiedono nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa, nell'informazione, ma soprattutto ha detto parafrasando Tony Blair nell'educazione, nell'educazione, nell'educazione. Nel frattempo il porporato ha sparato a palle incatenate contro le discoteche considerate "i veri cancri della nostra comunita', non tanto come istituzione in se' ma per gli orari che praticano e il tipo di musica che porta all'eccitazione". Nel frattempo ha osservato anche Tonini siamo arrivati a un'impasse nella lotta alla droga: non servono infatti ne' repressione, ne' liberalizzazione, ne' legalizzazione, visto che la droga e' la risposta sbagliata a un vero bisogno di valori.

Il discorso sulle discoteche ha ovviamente provocato una reazione durissima da parte di Cristofori, anch'egli presente al congresso: "E' la solita storia, si parla senza conoscere. In Italia secondo una recente ricerca della regione Emilia Romagna i consumatori abituali di ecstasy sono circa centomila. Durante il week-end in discoteca vengono tra i 4 e i 5 milioni di persone. Quindi chi usa droghe chimiche e' meno del 2 per cento. Come mai in Germania, Olanda, Inghilterra, Francia dove le discoteche sono molto, molto meno che non da noi, i consumatori noti sono almeno 4-5 volte di piu'? La verita' e' che noi nelle discoteche effettuiamo un vero e proprio controllo sociale e si deve a noi che lo spaccio non e' ancora dilagato. Andassero a vedere cosa succede nei rave parties. Negli after hour, nei centri sociali autogestiti, nelle curve degli stadi, quelle si' sono vere e proprie zone extraterritoriali. E poi che ne sa il cardinal Tonini di musica disco-psichedelica? Proprio lui che quando e' venuto da me ha

detto che non e' peccato andare in discoteca".

Pero' il problema esiste. Esiste soprattutto un problema di riciclaggio, di produzione e di Paesi che consentono cose che non dovrebbero consentire. Lo dicono insieme il dottor Romeo Morri, presidente dell'incontro e l'eurodeputato italiano Giovanni Burtone. Salta cosi' fuori che i Paesi dell'Est come la Polonia o l'ex Jugoslavia sono considerati centri di grande produzione, che le industrie farmaceutiche che producono la molecola base delle droghe sintetiche (il nome chilometrico e' metilendiossimetanfetamina) troppo spesso fanno finta di non vedere dove finiscono i loro prodotti di base che poi serviranno ai laboratori degli spacciatori. E soprattutto dice Burtone sta dilagando il cosiddetto polidrogato, cioe' uno che fa uso sia di marijuana e anche di ecstasy e anche di anfetamine e anche di acidi, smentendo in questo l'ottimismo olandese che sosteneva che bastava legalizzare i prodotti della canapa indiana (marijuana e hashish) per trovare l'uovo di Colombo.

 
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