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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 17 aprile 1998
"NON PUNIBILE IL DROGATO CRONICO"
LA CONSULTA: TOSSICODIPENDENTI E ALCOLISTI SONO COME INFERMI DI MENTE

di Giovanna Cavalli - Corriere della Sera, 17 aprile 1998

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ROMA - Non c'e' differenza davanti alla legge tra un ubriaco o un tossicodipendente cronico e un infermo di mente. In ogni caso la persona non e' responsabile delle proprie azioni e quindi non e' punibile penalmente. Questo e' il principio ribadito da una sentenza della Corte Costituzionale depositata ieri (e redatta da Giuliano Vassalli, l'ex Guardasigilli che firmo' con Rosa Russo Jervolino una legge considerata molto dura verso chi fa uso di droghe) che ha dichiarato "non fondato" un ricorso del magistrato marchigiano Cesare Marziali, secondo il quale non sarebbe possibile una distinzione tra l'ubriachezza e tossicodipendenza abituale e la cronica intossicazione da alcol e sostanze stupefacenti. E la distinzione non e' irrilevante. Soltanto nel secondo caso (tossicodipendenza cronica), infatti, e' prevista la non imputabilita' di chi e' affetto da questa patologia. Il codice penale infatti considera un'aggravante la tossicodipendenza abituale.

Secondo i giudici della Consulta invece esiste una "piena identificazione" dell'intossicazione cronica che consiste "in un'alterazione non transitoria dell'equilibrio biochimico tale da determinare un vero e proprio stato patologico psicofisico". La sentenza dispone la non punibilita' per gli stati di intossicazione molto avanzati e irreversibili. La sentenza ha avuto un effetto immediato: scontentare sia il fronte "proibizionista" che quello "antiproibizionista". Il senatore di An Riccardo Pedrizzi parla di "una paradossale situazione di privilegio per il malvivente che e' anche tossicodipendente". Per Alessandro Meluzzi dell'Udr "i tossicodipendenti sono colpevoli ma la detenzione non serve". Critiche anche da Vittorio Agnoletto della Lila (Lega italiana lotta all'Aids): "Ritenere queste persone incapaci di intendere e di volere e' in contrasto con qualunque valutazione clinica. Non vorrei che si arrivasse a privarle dei diritti civili".

 
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