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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 23 aprile 1998
GUERRA ALL'ECSTASY TRA DISCOTECHE E SPOT
Infuria la polemica e c'e' chi accusa: "Campagna ambigua"

di CARLO CHIANURA

La Repubblica, 23 aprile 1998

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ROMA - L'ultimo allarme in ordine di tempo lo aveva lanciato con una lettera a Repubblica un operatore pubblico marchigiano: la gente, soprattutto i ragazzi, non sa nulla dei danni psichici irreversibili che possono essere provocati dall'ecstasy. E soprattutto quanti ragazzi abbiamo in cura. L'ecstasy e in generale le nuove droghe sono troppo spesso un argomento da addetti ai lavori (o da consumatori). Il governo vuole fare di piu' e ieri il ministro della Solidarieta' sociale Livia Turco ha annunciato una campagna che attraverso la televisione, la radio, i giornali, gli stadi, ma soprattutto le discoteche e i luoghi di concerto, vuole raggiungere milioni di persone.

E subito scoppia la polemica. Lanciare il messaggio "Fatti furbo non farti male" e' ambiguo e fuorviante? "Fatti" nel senso di farsi una dose? Comunita' come quella di San Patrignano, personalita' carismatiche come quella di don Oreste Benzi, credono che l'ambiguita' ci sia. Il grosso delle comunita', Cnca in testa, pensa esattamente il contrario. "Il giudizio di San Patrignano e' quantomeno affrettato", dice Livia Turco. "Un tentativo di superare limiti e manifeste ambiguita' della campagna" e' la replica di Andrea Muccioli.

Ma che cosa c'e' di cosi' inedito nella iniziativa del governo? Di nuovo qualcosa, di vecchio la annosa diatriba tra i sostenitori del riduzione del danno (la presa di coscienza che c'e' in chi si droga e che non ha nessuna intenzione di smettere) e chi pensa che la droga vada contrastata con tutti i mezzi, a partire dalla negazione di qualsiasi aiuto a chi non vuole smettere.

Quanto poi alla campagna vera e propria, si mutuano modelli di successo anglosassoni e tedeschi che hanno dato qualche buon risultato. E' il caso della "No panic card": una specie di carta di credito contenente invece una serie di consigli indispensabili per chi dovesse sentirsi male dopo aver preso una dose di ecstasy o una droga sintetica. Della serie: bevete molta acqua, oppure mettetevi al fresco. Ovvieta'? Non proprio, risponde Fabrizia Bagozzi, autrice del libro "Generazione in ecstasy", che per il Gruppo Abele di Torino ha partecipato al lavoro collegiale di stesura dei testi della campagna che costera' poco meno di 8 miliardi. "Il tentativo e' quello di dare informazioni chiare e soprattutto di impostare una comunicazione orizzontale", cioe' non da esperti a consumatori, l'inefficace modello di piu' d'una campagna.

Il simbolo rappresenta il pac- man dei videogiochi, accompagnato dalla sigla "Noxs", contrazione di "No excess". "Per la prima volta", ha spiegato Turco, "la campagna si sposta sulle sostanze chimiche, di cui si conosce ancora molto poco e che hanno tra i giovani i principali consumatori. Per arrivare a loro bisogna conoscerne il linguaggio, i luoghi in cui si ritrovano e non criminalizzarli". E appunto per raggiungere il target nei luoghi abituali di aggregazione, gran parte dell'iniziativa si concentrera' su scuole, discoteche, stadi, manifestazioni, con azioni mirate. A cominciare dal "Treno azzurro" che a luglio ed agosto fara' la spola fra 13 stazioni della riviera romagnola per trasportare i ragazzi verso le mete del divertimento notturno. Nel frattempo "Noxs on the road" girera' per circa 30 piazze affiancando grandi eventi musicali con un tir attrezzato.

La regia dei cinque messaggi per la televisione e' di Davide Ferrario (il regista di "Tutti giu' per terra" e del recente "Figli di Annibale"). Veri e propri film brevi, sul genere cinema indipendente: bianco e nero, immagini sgranate, sonoro in presa diretta. I protagonisti sono stati scelti tra trecento ragazzi e ragazze, senza esperienze pubblicitarie.

Le droghe sintetiche, dice il neuropsichiatra Luigi Cancrini, uno dei curatori della campagna, "sono un fenomeno emergente per la pericolosita' e per il numero delle persone coinvolte". Stime prudenti, stilate in base ai biglietti venduti nelle discoteche, le valutano tra le 80mila ed le 250mila. "Queste nuove droghe, anche se creano una dipendenza psicologica e non fisica, non per questo sono meno pericolose", aggiunge Cancrini. E sottolinea che nonostante siano pochi i decessi accertati per abuso (sei dal '91), molte di piu' sono le morti indirettamente causate da incidenti legati alla loro assunzione.

 
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