Dal resoconto leggo che...
PR> Segue il testo della Mozione generale approvata
PR> all'unanimità dal Congresso, che era stato convocato su
PR> due obiettivi programmatici: la denuncia del
PR> proibizionismo come crimine contro l'umanità e
PR> l'eventuale presentazione di liste antiproibizioniste
PR> per le elezioni europee:
Peccato che l'informazione sia sbagliata: se non ricordo male gli iscritti
presenti al momento del voto erano 41 e la mozione è stata approvata con due
voti contrari e sei astensioni (una delle quali era la mia).
Peccato anche che il crimine contro l'umanità sia scomparso dal documento
finale, anche per la opposizione - fra gli altri - del presidente del Cora,
Jean François Hory, sbiadito in un antiabortista "crimine contro la vita"
(termine peraltro inserito nella mozione solo a seguito di un emendamento
presentato da Giorgio Inzani), e che delle liste antiproibizioniste,
nonostante desideri diffusi e un certo entusiasmo, non si sia parlato più,
riconducendo il tutto, ancora una volta a seguito della pressione di Hory e di
altri, a una probabile presenza di "candidati antiproibizionisti" inseriti
nelle liste di partiti generalisti (stile Taradash, suppongo).
Tutta la mozione è identificabile in un'idea di fondo promossa e fortemente
spinta da Pannella: salviamo il partito radicale (rifondiamolo era la parola
più usata nel congresso e poi un "rifondato" è stato inserito anche nella
mozione) infondendogli la "linfa vitale" del Cora e delle altre associazioni
tematiche.
Penso che le iniziative come quelle sul Tibet e per la democrazia in Cina, e
quelle in collaborazione con le associazioni tematiche (tribunale
internazionale permanente, con "Non c'è pace senza giustizia" e pena di morte,
con "Nessuno tocchi Caino") abbiano solo da perdere se il PR assume come
priorità l'antiproibizionismo, a meno che queste campagne non siano già
concluse (vinte, perse o abbandonate) sotto la responsabilità della sua
attuale dirigenza.
Inoltre non so quali siano i criteri con i quali il PR sia stato dichiarato
ONG di primo livello all'ONU, ma forse la priorità antiproibizionista gli
potrebbe far perdere questo riconoscimento.
Infine la diluizione del Cora nel PR con la scomparsa della sua sigla
costituirebbe secondo me un danno nella campagna antiproibizionista poiché la
sigla del Cora è ormai conosciuta a livello internazionale e sappiamo bene
quanto valgono un simbolo e un nome consolidati. Gli attacchi al Cora, come
per esempio il tentativo di "espellerlo" dalla sede del parlamento europeo non
sono altro che evidenti sintomi del suo successo.
Le ultime righe della relazione del tesoriere del Cora, Marco Cappato, che la
mozione approvata impegna ad attuare, ipotizzano un "distacco" del Cora
dal Partito Radicale; nella relazione si legge:
"Il Partito Radicale è attualmente impegnato nel tentativo di rilanciare per
conto proprio quelle campagne che aveva ultimamente affidato alle
associazioni, come lo mostra in particolare la recente partecipazione alla
marcia di Londra per la depenalizzazione della cannabis. Il Partito Radicale
si offre come uno strumento, quello della prima "Internazionale" politica ad
adesione diretta, in grado di legare l'impegno per l'abrogazione della
proibizione con altre battaglie transnazionali per la vita del diritto e il
diritto alla vita.
Di fronte a tale progetto, che spero sarà sviluppato meglio dai responsabili
del partito, il Cora deve evitare ogni sovrapposizione. E' forse arrivato
il momento per il Cora di porre fine alla propria presenza fisica nella sede
del Partito a Roma (pur mantenendo la propria rete di iscritti e militanti),
al fine di investire sul fronte europeo, dove può offrire un contributo
originale di idee e di persone, come è dimostrato dalla convocazione di questo
congresso.
Durante il congresso dovremo tentare di capire se le proposte delineate nella
lettera di convocazione (la promozione di liste antiproibizioniste alle
elezioni europee e la denuncia del carattere criminale del proibizionismo)
hanno la forza necessaria per mobilitare molti fra noi, oltre a quelli che
sarebbero comunque impegnati nel Partito Radicale. Se questa forza esiste, se
questa convinzione esiste, allora il Cora dovrà continuare a vivere come
l'organizzazione degli antiproibizionisti nell'Unione europea."
Dunque non la confluenza delineata nella mozione approvata, che peraltro
impegna la nuova dirigenza del Cora a concretizzare quanto scritto nelle
relazioni. Secondo me nel congresso si respirava aria di rinnovato entusiasmo
e partecipazione, meglio di quanto fosse accaduto a Bruxelles, ma il tutto si
è appiattito su un dibattito "imposto" e la mozione finale ne è il risultato
concreto. Quasi una liquidazione coatta. Incomprensibile, forse...
Per concludere un ultimo appunto: gli iscritti al PR sono circa 3000, quelli
al Cora sono variabili fra 500 e 800 circa. Per la maggior parte sono
sovrapponibili. Dando per scontata la buona fede e l'impegno di chi versa del
denaro per iscriversi, se il PR assume come priorità l'antiproibizionismo, il
numero di iscritti al PR, secondo voi, aumenterebbe o diminuirebbe?
John
--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem