Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 18 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza droga
Fischetti John - 14 giugno 1998
CONGRESSO DEL CORA

Dal resoconto leggo che...

PR> Segue il testo della Mozione generale approvata

PR> all'unanimità dal Congresso, che era stato convocato su

PR> due obiettivi programmatici: la denuncia del

PR> proibizionismo come crimine contro l'umanità e

PR> l'eventuale presentazione di liste antiproibizioniste

PR> per le elezioni europee:

Peccato che l'informazione sia sbagliata: se non ricordo male gli iscritti

presenti al momento del voto erano 41 e la mozione è stata approvata con due

voti contrari e sei astensioni (una delle quali era la mia).

Peccato anche che il crimine contro l'umanità sia scomparso dal documento

finale, anche per la opposizione - fra gli altri - del presidente del Cora,

Jean François Hory, sbiadito in un antiabortista "crimine contro la vita"

(termine peraltro inserito nella mozione solo a seguito di un emendamento

presentato da Giorgio Inzani), e che delle liste antiproibizioniste,

nonostante desideri diffusi e un certo entusiasmo, non si sia parlato più,

riconducendo il tutto, ancora una volta a seguito della pressione di Hory e di

altri, a una probabile presenza di "candidati antiproibizionisti" inseriti

nelle liste di partiti generalisti (stile Taradash, suppongo).

Tutta la mozione è identificabile in un'idea di fondo promossa e fortemente

spinta da Pannella: salviamo il partito radicale (rifondiamolo era la parola

più usata nel congresso e poi un "rifondato" è stato inserito anche nella

mozione) infondendogli la "linfa vitale" del Cora e delle altre associazioni

tematiche.

Penso che le iniziative come quelle sul Tibet e per la democrazia in Cina, e

quelle in collaborazione con le associazioni tematiche (tribunale

internazionale permanente, con "Non c'è pace senza giustizia" e pena di morte,

con "Nessuno tocchi Caino") abbiano solo da perdere se il PR assume come

priorità l'antiproibizionismo, a meno che queste campagne non siano già

concluse (vinte, perse o abbandonate) sotto la responsabilità della sua

attuale dirigenza.

Inoltre non so quali siano i criteri con i quali il PR sia stato dichiarato

ONG di primo livello all'ONU, ma forse la priorità antiproibizionista gli

potrebbe far perdere questo riconoscimento.

Infine la diluizione del Cora nel PR con la scomparsa della sua sigla

costituirebbe secondo me un danno nella campagna antiproibizionista poiché la

sigla del Cora è ormai conosciuta a livello internazionale e sappiamo bene

quanto valgono un simbolo e un nome consolidati. Gli attacchi al Cora, come

per esempio il tentativo di "espellerlo" dalla sede del parlamento europeo non

sono altro che evidenti sintomi del suo successo.

Le ultime righe della relazione del tesoriere del Cora, Marco Cappato, che la

mozione approvata impegna ad attuare, ipotizzano un "distacco" del Cora

dal Partito Radicale; nella relazione si legge:

"Il Partito Radicale è attualmente impegnato nel tentativo di rilanciare per

conto proprio quelle campagne che aveva ultimamente affidato alle

associazioni, come lo mostra in particolare la recente partecipazione alla

marcia di Londra per la depenalizzazione della cannabis. Il Partito Radicale

si offre come uno strumento, quello della prima "Internazionale" politica ad

adesione diretta, in grado di legare l'impegno per l'abrogazione della

proibizione con altre battaglie transnazionali per la vita del diritto e il

diritto alla vita.

Di fronte a tale progetto, che spero sarà sviluppato meglio dai responsabili

del partito, il Cora deve evitare ogni sovrapposizione. E' forse arrivato

il momento per il Cora di porre fine alla propria presenza fisica nella sede

del Partito a Roma (pur mantenendo la propria rete di iscritti e militanti),

al fine di investire sul fronte europeo, dove può offrire un contributo

originale di idee e di persone, come è dimostrato dalla convocazione di questo

congresso.

Durante il congresso dovremo tentare di capire se le proposte delineate nella

lettera di convocazione (la promozione di liste antiproibizioniste alle

elezioni europee e la denuncia del carattere criminale del proibizionismo)

hanno la forza necessaria per mobilitare molti fra noi, oltre a quelli che

sarebbero comunque impegnati nel Partito Radicale. Se questa forza esiste, se

questa convinzione esiste, allora il Cora dovrà continuare a vivere come

l'organizzazione degli antiproibizionisti nell'Unione europea."

Dunque non la confluenza delineata nella mozione approvata, che peraltro

impegna la nuova dirigenza del Cora a concretizzare quanto scritto nelle

relazioni. Secondo me nel congresso si respirava aria di rinnovato entusiasmo

e partecipazione, meglio di quanto fosse accaduto a Bruxelles, ma il tutto si

è appiattito su un dibattito "imposto" e la mozione finale ne è il risultato

concreto. Quasi una liquidazione coatta. Incomprensibile, forse...

Per concludere un ultimo appunto: gli iscritti al PR sono circa 3000, quelli

al Cora sono variabili fra 500 e 800 circa. Per la maggior parte sono

sovrapponibili. Dando per scontata la buona fede e l'impegno di chi versa del

denaro per iscriversi, se il PR assume come priorità l'antiproibizionismo, il

numero di iscritti al PR, secondo voi, aumenterebbe o diminuirebbe?

John

--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail