Gruppo di lavoro su "Media e droga" promosso dalle Nazioni Unite
Progetti per il futuro
New York, 9 giugno 1998
Signor Presidente, Signore, Signori
1)Premessa.
E un grande onore per me, per il mio Paese, per la RAI Radiotelevisione Italiana, che oggi rappresento, essere qui, a conclusione di questa importante giornata, dedicata all'impegno dei mezzi di comunicazione nella lotta contro la droga.
Abbiamo discusso insieme in una Sede così prestigiosa, nell'ambito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di un argomento che ci coinvolge profondamente, come cittadini del mondo, come operatori di un settore tanto delicato e complesso quale quello della comunicazione e dell'informazione.
2) La complessità del fenomeno.
Cosa abbiamo fatto? Cosa facciamo? Cosa possiamo e dobbiamo fare di fronte a drammi di proporzioni universali che legano insieme in una grande complessità profili di ogni ordine: profili umani, familiari, sociali, economici, psicologici, che incidono profondamente sulla scienza, sulla convivenza, sulla legalità, sullo sviluppo e sulla salute dei popoli?
3) La droga e i giovani.
La droga colpisce soprattutto le persone piu' deboli, piu' sole, piu' emarginate, piu' fragili, ma non dobbiamo dimenticare che colpisce anche una certa esasperazione della società del benessere.
La droga, dunque, colpisce in tutti i Paesi, in tutti gli strati sociali, in qualsiasi momento della vita.
I giovani, che sono le prime vittime di questo dramma universale, devono essere anche i primi destinatari del nostro messaggio e del nostro impegno.
4) I doveri degli operatori della comunicazione.
Il primo dovere degli operatori della comunicazione e' quello di avere e di fornire una profonda conoscenza del fenomeno in tutta la sua ampiezza e gravita'.
Il secondo dovere e' quello di conoscere le azioni e le politiche che i singoli Stati conducono al fine di prevenire l'uso degli stupefacenti e di combattere il traffico criminale che ne governa la diffusione.
Il terzo dovere e' quello di illustrare e di favorire le linee di una politica degli Stati sempre piu' convergente e solidale, che consenta - anche grazie alla fondamentale azione delle Organizzazioni internazionali - di isolare e combattere con strumenti comuni la grande criminalità, rimuovendo al tempo stesso le cause sociali ed economiche che sono all'origine del fenomeno.
Il quarto dovere e' quello di proporre, senza pretese di ordine pedagogico, valori positivi e modelli di comportamento, di vita, di rapporti sociali, ispirati ai principi della solidarietà e della responsabilità.
5) La responsabilità dei servizi pubblici radiotelevisivi.
Nel mondo della comunicazione un ruolo ancora piu' significativo assumono le imprese di servizio pubblico, come la RAI, anche se tutti i soggetti, pubblici e privati, sono impegnati a svolgere un'azione rispondente ai criteri appena ricordati.
Noi sentiamo di avere particolari doveri nei confronti dei cittadini: garantire il pluralismo delle opinioni e delle posizioni, la completezza della programmazione nei suoi diversi generi, la rappresentazione di tutti i bisogni e di tutti i momenti della societa' attraverso un'ampia informazione di servizio, una qualita' che si manifesti attraverso una comunicazione attendibile, corretta e non sensazionalistica.
"Le informazioni utilizzate nei programmi di formazione e di prevenzione dovranno essere - afferma il rapporto della Commissione degli stupefacenti, presentato alla XX sessione straordinaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - chiare, scientificamente esatte e affidabili, culturalmente accettabili e opportune".emi come quello della droga e si concretizza nella produzione - anche coordinata - dei diversi generi radiofonici e televisivi.
6) I programmi di informazione.
La principale responsabilità e' affidata evidentemente all'informazione, portata per sua stessa natura a rappresentare, prevalentemente, il fenomeno nella sua realistica e quotidiana crudezza e, a volte, nel profilo piu' drammatico e nefasto, il crimine, il traffico, la morte.
Abbiamo in mente - anche nel nostro Paese - significativi esempi di grande giornalismo e oggi sentiamo il bisogno di tornare a un più sistematico ricorso all'inchiesta, al reportage, e all'approfondimento, che aiuti a conoscere meglio tutti i risvolti umani e sociali e i diversi collegamenti, che illustri e favorisca il dibattito attorno ai possibili interventi, sia nel campo della prevenzione, sia in quello della repressione.
7) I talk-show.
Ampio spazio al tema del consumo di droga e della emarginazione piu' in generale, e' solitamente dedicato da talk-show di carattere sociale, un genere che si sta diffondendo con rilevante successo di audience e di critica.
Sono trasmissioni che consentono spesso l'intervento diretto di esperti, di testimoni e del pubblico protagonista di storie, di drammi, di speranze e di successi.
E' uno strumento certamente positivo nell'ambito dell'intera programmazione, anche se, in questo "format", il discorso rischia di rimanere occasionale e, a volte, persino superficiale, senza sbocchi e senza adeguate risposte.
8) Le trasmissioni di servizio.
Piu' sistematico e piu' efficace si e' rivelato l'utilizzo di trasmissioni a meta' tra l'informazione e la programmazione di servizio - esplicitamente dedicate al problema della droga.
Un'esperienza italiana iniziata nei primi anni '80 - sull'onda del successo anche emotivo di un popolare sceneggiato televisivo - ci ha consentito di capire quale sia il bisogno di punti di riferimento costanti e certi nella programmazione.
Si chiamava "Droga che fare?"; andava in onda attorno a mezzanotte con ascolti che nel giro di qualche settimana passarono da alcune centinaia di migliaia ad alcuni milioni.
La trasmissione era condotta da due giornalisti molto sensibili ai problemi sociali; utilizzava il contributo e la collaborazione di numerose associazioni e strutture pubbliche operanti nel settore; mescolava linguaggi televisivi diversi e offriva, soprattutto ai giovani, un "indirizzo", uno spazio nel quale raccontarsi e trovare possibili soluzioni al loro dramma
Vorrei ricordare, per restare in Italia, anche una trasmissione realizzata in collaborazione con le Nazioni Unite, che ha avuto lo scopo di far comprendere, attraverso filmati realizzati in diversi Paesi (Malesia, Bolivia, U.S.A., Sud Africaà) che il problema droga, pur nella diversità delle sue manifestazioni e dei fattori socio economici che lo determinano, e' un problema che ha una base comune nel mondo.
9) La "fiction".
Grande successo riscuote la produzione di fiction di qualità: serials e sceneggiati che rappresentano lo scontro tra i buoni e i cattivi, sullo sfondo della grande criminalità organizzata, che dal traffico della droga trae fondamentale alimento.
Ma attenzione: come influisce emotivamente sul pubblico meno avvertito la crudezza della ricostruzione e delle immagini? Allontana, allarma, mette in guardia, respinge o, invece, affascina, attira, suscita entusiasmo?
Certamente la finzione narrativa permette di cogliere la dimensione del fenomeno nei termini sociali e psicologici, oltre che morali; la quantità di informazioni che possono filtrare da un buon sceneggiato, inoltre, e' certamente maggiore di quante ne possano giungere dalle news, dalle quotidiane cronache degli avvenimenti.
Alcuni invitano alla prudenza, alla correttezza, alla consapevolezza ed all'attenzione soprattutto nei confronti del pubblico piu' giovane e meno avvertito.
Altri preferiscono una rappresentazione piu' realistica nella convinzione che l'ansia e l'angoscia indotta da certe scene possano allontanare dalle suggestioni della droga.
Altri ancora temono che la rappresentazione soltanto degli aspetti negativi di complesse realtà territoriali e sociali scoraggi la speranza, le scelte positive e coraggiose, il riscatto sociale e civile.
10) I messaggi di utilita' sociale.
Il momento piu' istituzionale, piu' "mirato" della comunicazione sul fenomeno della droga e contro il suo consumo e' rappresentato dagli spot di utilita' sociale, spesso promossi e finanziati dai governi e dalle Pubbliche Istituzioni.
Sono messaggi diretti, spesso efficaci, se ben sceneggiati e realizzati con buona qualita' tecnica e cinematografica.
Non sono certamente sufficienti, ma sono utili a scandire i tempi dell'impegno delle televisioni pubbliche e private.
11) Alcune proposte conclusive:
a) la banca degli spot.
Ed e' proprio a questo genere che voglio riferirmi per avanzare la prima proposta operativa prima di lasciare a Mister Kensaku Hogen le conclusioni di questa giornata di lavoro, per me e, come credo, per tutti voi, piena di interesse e stimoli.
La proposta riguarda la volontà di dar vita a quella che potremmo definire una "banca mondiale" degli spot, ovvero una raccolta di piccole pubblicità sul tema droga accessibile a tutti.
Un magazzino dal quale attingere per campagne pubblicitarie di prevenzione e sensibilizzazione del fenomeno.
Non mi nascondo i problemi e le difficoltà che potremo avere per la realizzazione di questo progetto, non ultimo quello della "liberalizzazione dei diritti".
Propongo perciò che come prima fase si crei un gruppo di lavoro che ne studi i problemi ed elabori le possibili soluzioni.
Dopo gli spot sarà poi possibile "liberalizzare" e mettere a disposizione di tutti molte trasmissioni dedicate, dalle nostre televisioni, al tema della droga.
12) (segue):
b) una giornata mondiale per la lotta contro la droga.
Un'altra proposta riguarda la Giornata Mondiale della televisione che, come sappiamo, si celebra ogni anno il 21 novembre.
Ebbene noi proponiamo, per questo 1998, che diventi una giornata a tema, che sia quindi dedicata alla lotta contro la droga, con particolare attenzione alla prevenzione e ai giovani.
Proponiamo che le tv di tutto il mondo, il 21 novembre, in una sorta di palinsesto coordinato, mandino in onda i loro migliori programmi sull'argomento, utilizzando tutta la tastiera dell'informazione, dalla fiction all'approfondimento, in modo da dare un'idea corale di impegno e di sensibilizzazione.
Tutti insieme contro il dramma della solitudine.
In particolare, un progetto ulteriore a cui ci piacerebbe lavorare è quello di un legame che si potrebbe creare attraverso un'idea musicale.
Un grande concerto che, trasmesso in tutti i Paesi, accompagni lo scorrere delle ore fin dal sorgere del sole per "uscire insieme dalla notte della droga".
Queste sono alcune idee che potrebbero essere realizzate rapidamente.
Una risposta concreta e solidale in un terreno dove la solidarietà rappresenta il valore fondamentale.
tratto dal sito internet: www.rai.it
- se ne consiglia la visione per una serie eccessiva di fotografie di padre Zaccarai