MA I MORTI PER OVERDOSE SONO INFINITAMENTE DI MENOLa Repubblica-Il Lavoro, sabato 4 luglio 1998, pag. IV
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Sono stato il primo, e resto il piu' deciso nel denunciare le esigenze di miglioramento del lavoro a favore dei tossicodipendenti e in particolare della capacita' dei Sert, compreso quello di Genova che dirigo, di svolgere appieno il loro lavoro. Non mi sono mai stancato di denunciare le carenze, di indicare i problemi, di proporre soluzioni, giocando ormai il ru9olo di una inascoltata Cassandra. L'ultima occasione in ordine di tempo e' stato il convegno del Centro dio solidarieta' di Genova del 22 giugno 1998, di cui la stampa cittadina ha dato notizia. So benissimo e lo vado affermando da anni, che a Genova il lavoro dei Sert dovrebbe aumentare e in particolare il numero dei posti di trattamento con metadone dovrebbero raddoppiare e che in determinate aree della citta' occorrono decisi interventi di risanamento e di miglioramento dei servizi forniti - primi fra tutti il Centro storico di Genova (i cui rappresentanti invece continuano a rifiutare un discorso realistico e serio sulla tossicodipendenza) e il
centro per la somministrazione del metadone presso il pronto soccorso di S. Martino gestito dall'azienda ospedaliera, dove ancora si sta aspettando la costruzione dei prefabbricati che furono concordati.
L'inerzia delle amministrazioni e l'opposizione delle popolazioni sono un'accoppiata micidiale per tali iniziative. Per questi motivi penso che il Cora, che ha promosso presso la magistratura e sulla stampa cittadina del 1 luglio una denuncia degli stessi problemi trasformandola in una attacco al Sert, ha come minimo sbagliato titolo, sicuramente ha sbagliato indirizzo, certo ha alzato un polverone che non aiuta a capire, e che avra' il solo risultato di fornire alibi a chi dovrebbe fare e non fa. Il Cora come suo costume, ha sollevato una questione per i suoi fini, togliendola dal contesto in cui puo' essere veramente compresa. Il fine programmatico dichiarato del Cora e' di puntare alla legalizzazione dell'eroina. Ed e' evidente che in tale contesto, il Sert diventa un bersaglio comodo e inevitabile.
Padronissimi, beninteso, ma il pubblico genovese deve sapere che dal 1993 ad oggi il lavoro del Sert si e' svolto in un certo contesto, ha trovato certi problemi ed ha prodotto determinati risultati. Per riassumere le cose piu' evidenti:
- c'e' stato a Genova un marcato incremento dei soggetti seguiti presso il Sert, che sono stati nel 1997 oltre tremila. Nell'ultimo anno il Sert ha dimostrato la capacita' di attirare al trattamento, nonostante i gravissimi problemi esistenti non per nostra responsabilita', maggiori quote di "piu' giovani" e di "piu' anziani" con risultato di una maggiore attivita' rivolta a fasce di utenza giovanile con comportamento di abuso meno tradizionali, ma anche di una attivita' mirata ad aiutare persone con piu' lunga storia di tossicodipendenza.
- Il numero degli operatori impegnati nel Sert di Genova (poco piu' di cento) dovrebbe ammontare a piu' di quattrocento se la Regione Liguria avesse fatto il suo dovere quando era il momento di farlo e quando si poteva farlo.
- Che con questi numeri ridicoli, si tengono aperte per un numero consistente di ore diurne, 5 unita' territoriali (a Voltri, a san Teodoro, in centro, a Staglieno, a Quarto) due centri per il metadone (uno a Voltri, uno a Mura degli Zingari) una unita' in carcere (a Marassi). Si e' inoltre attivate molte altre attivita' che danno aiuto a decine di persone e di famiglie. Chi parla di tenere aperti i Sert 24 ore al giorno dovrebbe cercare di capire di che cosa sta parlando!
- Sia pure in questa situazione di insufficienza il Sert (in Liguria ma piu' ancora Genova) ha comunque triplicato il numero dei soggetti trattati con metadone dal 1991 al 1996, e l'incremento e' continuato fino ad oggi ed e' ancora in corso.
- Tale aumento marcatissimo del ricorso al metadone (che molti criticano ma io ho voluto e continuo a perseguire con testardaggine, insieme a molti altri operatori) e' uno dei motivi per cui la mortalita' dei tossicodipendenti a Genova si e' ridotta dal 130 soggetti del 1996 ai circa 30 del 1997. (Ma a qualcuno interessa che siano morti 100 tossicodipendenti in meno nel 1997?).
- Comunque lo sforzo organizzativo compiuto dal Sert con il contributo personale di numerosi operatori, compresi molti infermieri, in condizioni di disagio e spesso di insicurezza personale, e' stato ed e' straordinario e meriterebbe prima di essere criticato o bollato di insufficienza, almeno di essere conosciuto.
Il ricorso periodico a liste di attesa e' l'inevitabile conseguenza di una crescita della clientela a cui non ha fatto riscontro una proporzionata crescita della organizzazione, come sedi e come personale.
Se il Sert viene fornito del personale e delle sedi, nuove attivita' verranno sviluppate, ma nessuno puo' in buona fede chiedere che il personale oggi esistente aumenti ancora la sua attivita' senza rinforzi.
Marco Fallabrini, radicale del Cora, siede in consiglio provinciale. E' stato eletto in una lista che non ricordo abbia pronunciato in campagna elettorale la parola "droga" e in questo e' stato in ottima compagnia: nessun candidato, nessun programma, nessuna lista ha dato voce a questo problema. Neppure Fallabrini come singolo radicale del Cora, che io ricordi, ha dato fiato in maniera rilevante a tale problema. Tutti zitti, tutti ben contenti che nessuno lo sollevasse: da destra a sinistra il silenzio dei politici genovesi sulla questione e' stato totale, unanime e scandaloso. Vincitori e vinti accomunati dall'indifferenza. Compresi i radicali del Cora, inseriti nei gruppi che hanno ritenuto di accoglierli. Ora parlano. Meglio tardi che mai, ma non spereranno di essere presi sul serio.
Quanto alle dichiarazioni di Franco Henriquet, che e' un collega per il quale nutro rispetto ed amicizia, le condivido in pieno, anch'io mi batto contro la burocratizzazione e la penalizzazione della prescrizione di stupefacenti sia per uso analgesico sia per uso nel trattamento delle tossicodipendenze. Henriquet ha ragione: il medico e' messo nella condizione di rischio penale ogni volta che prescrive. I medici sono scoraggiati dall'effettuare tali trattamenti. A Genova abbiamo avuto problemi ad affermare la legittimita' dell'affido di metadone. La Federazione nazionale degli ordini dei medici ha costituito una commissione per elaborare proposte alternative, che sta lavorando e in tale commissione, di cui faccio parte, vengono sostenute proposte di semplificazione, sburocratizzazione, depenalizzazione e passaggio delle competenze di controllo agli ordini dei medici. Io ringrazio Henriquet per la sua battaglia.
Gian Paolo Guelfi, direttore del Sert della Usl 3 Genovese