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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 9 luglio 1998
IL CORA REPLICA A GUELFI
Testo della lettera inviata oggi alla redazione de La Repubblica-Il Lavoro

SPETT. REDAZIONE "IL LAVORO-LA REPUBBLICA" - GENOVA

Roma, 9 luglio 1998

L'articolo del dottor Gian Paolo Guelfi pubblicato su Il Lavoro di sabato 4 luglio 1998, contiene affermazioni gravemente lesive dell'identita' del CORA. Ai sensi della legge sull'editoria rivolgiamo formale richiesta di pubblicazione, in analogo spazio e con uguale rilievo, della presente replica.

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L'articolo pubblicato da Il Lavoro sabato 4 luglio a firma del dottor Gian Paolo Guelfi, direttore del Sert della USL 3 di Genova ("Ma i morti per overdose sono infinitamente meno") contiene affermazioni gravemente lesive dell'immagine e dell'opera del Coordinamento Radicale Antiproibizionista.

Se, come scrive il dottor Guelfi, il pubblico genovese ha il diritto di sapere, occorre allora fornirgli informazioni complete e corrette.

Il decreto 444/90, che regola l'organizzazione e la funzionalita' dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze (Sert), fu emanato il 30 gennaio 1991. Esso stabilisce che l'assistenza ai tossicodipendenti deve essere garantita nell'arco delle ventiquattro ore e per tutti i giorni della settimana "nelle aree di maggior rilevanza numerica dei tossicodipendenti, individuate dalla regione", mentre nelle altre zone, l'apertura deve essere assicurata "per non meno di dodici ore nei giorni feriali e di sei ore nei giorni festivi". Le norme in vigore stabiliscono i termini entro cui ogni unita' sanitaria locale doveva istituire almeno un Sert conforme alle disposizioni di legge. Nei casi di inadempienza i presidenti delle giunte regionali avrebbero dovuto nominare commissari ad acta e se entro i termini stabiliti cio' non fosse avvenuto, i commissari avrebbero dovuto essere nominati dal ministro della sanita'.

Le norme, dunque, sono chiare: entro il maggio 1991 dovevano essere istituiti in tutta Italia Sert adeguati a fornire assistenza anche la notte, nei fine settimana, nelle feste comandate. La legge, inoltre, individua precise responsabilita' e prevede gli strumenti necessari per garantirne il rispetto. E' il Cora, dunque, che pretende Sert aperti 24 ore al giorno o sono le norme in vigore a imporlo? E' il Cora che non sa di cosa parla o e' il dottor Guelfi che non conosce le leggi?

In questi sette anni e mezzo, mentre il problema "droga" e' stato al centro di discorsi, comizi, dibattiti, articoli di giornale, servizi radiotelevisivi e di due conferenze nazionali, queste norme sono rimaste lettera morta o quasi in gran parte d'Italia provocando una grave e protratta mancanza di assistenza per decine di migliaia di persone. Ha mai provato, il dottor Guelfi, a calcolare quante morti, in questi anni, sono state provocate da questa situazione e avrebbero potuto invece essere evitate?

Da parte nostra abbiamo semplicemente deciso di provare a cambiare questo intollerabile stato di cose, ma il nostro non e', come scrive falsamente Guelfi, un attacco ai Sert. Noi non abbiamo denunciato altro che una situazione inaccettabile, qual e' quella dei cittadini tossicodipendenti privati dei loro diritti. Per questo ci siamo rivolti alla magistratura chiedendo di verificare se sono stati lesi due diritti fondamentali, tutelati dalla Costituzione, come il diritto alle cure e il diritto all'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, e se e' stato violato l'articolo 328 del Codice Penale (rifiuto o omissione di atti d'ufficio).

Fino ad oggi sono oltre sessanta le procure interessate dalla iniziativa del Cora. Abbiamo anche scritto piu' volte (ma senza mai ottenere risposta), al presidente del Consiglio Prodi e al ministro della Sanita' Bindi, cosi' come alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario. Un'interpellanza e' stata anche presentata dal senatore Pietro Milio. L'oggetto degli esposti, come si evince chiaramente dal loro contenuto, riguarda l'operato dei direttori generali delle attuali ASL cosi' come dei presidenti delle precedenti USL, dei presidenti delle giunte regionali, dei ministri della Sanita' succedutisi dal 1991 ad oggi. Noi chiediamo che chi ha o aveva la responsabilita' politica risponda delle sue eventuali omissioni o inadempienze. E d'altra parte e' lo stesso Guelfi che, dimenticando quello che egli stesso scrive nello stesso articolo, afferma che gli operatori dei Sert dovrebbero essere piu' di quattrocento "se la Regione Liguria avesse fatto il suo dovere quando era il momento di farlo e q

uando si poteva farlo". Quando si poteva farlo? E perche' ora non sarebbe piu' possibile?

Invece di rivendicare di essere stato il primo e il piu' deciso "nel denunciare le esigenze di miglioramento del lavoro a favore dei tossicodipendenti, indicare i problemi, di proporre soluzioni", Guelfi avrebbe potuto capire il senso e la portata della nostra iniziativa e magari sostenerla, come hanno fatto altri suoi colleghi.

Il Cora e' un'associazione che da dieci anni agisce politicamente per la modifica in senso antiproibizionista delle leggi sulle droghe in Italia e negli altri Paesi europei. Noi siamo per la legalizzazione di tutte le droghe (non solo dell'eroina, come scrive Guelfi). In questi dieci anni non ci siamo mai scelti "bersagli comodi e inevitabili": abbiamo lottato politicamente, senza "alzare polveroni", ma agendo alla luce del sole, con metodo nonviolento. E' stato cosi', solo per fare un esempio, quando, da soli, ottenemmo la sospensione (purtroppo solo parziale) dello scellerato "decreto De Lorenzo" - che impediva qualunque tipo di terapia sostitutiva degna di questo nome - fino alla sua definitiva abrogazione con il referendum del 1993, da noi avviato ancora in perfetta solitudine, che ottenne anche la restituzione ai medici di base della loro liberta' terapeutica nella cura delle tossicodipendenze.

I successi nell'assistenza ai tossicodipendenti che Guelfi pare aver conseguito (confronteremo comunque le sue cifre sulle overdose con quelle "ufficiali" del Governo, che, con cinque mesi di ritardo, ha finalmente presentato la relazione annuale), crediamo li debba anche al Cora, cioe' all'organizzazione che per prima, in Italia, (come riconobbe l'allora ministro Fernanda Contri alla conferenza di Palermo del 1993) ha lottato duramente in favore di quella politica di riduzione del danno che ha consentito di ottenere la diminuzione delle morti per overdose di cui oggi si vanta Guelfi.

Un'ultima osservazione. Nel suo pezzo Guelfi ci dipinge come cacciatori di poltrone e ci accusa di usare strumentalmente la questione delle droghe e delle tossicodipendenze a fini elettorali. Mentre valuteremo se chiamare il dottor Guelfi a rispondere in tribunale delle sue gratuite affermazioni a tutela della nostra identita' e del nostro buon nome, crediamo che meglio di chiunque parli la nostra storia di radicali che preferiscono lottare per quel che devono e che credono - anche disobbedendo alle leggi che ritengono ingiuste e rischiando il carcere per questo - piuttosto che "giocare il ruolo di inascoltata Cassandra" che pare tanto piacere al dottor Guelfi.

ROBERTO SPAGNOLI

della Direzione politica del Coordinamento radicale antiproibizionista

 
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