L'Authority garante della concorrenza e del mercato ha denunciato in modo circostanziato lo "stato delle cose" esistente nella sanità italiana; sintetizzando brutalmente, le Regioni e le Aziende sanitarie locali (ASL) gestiscono potere e denaro (dei cittadini utenticontribuenti) in modo inefficiente, a vantaggio del sistema sanitario nazionale ma a svantaggio sia della concorrenza sia dei diritti degli utenti.
Il CORA, nel suo piccolo, ha avuto modo di riscontrare la fondatezza delle critiche mosse dall'Antitrust grazie alle verifiche svolte in questi mesi sulla mancata attuazione delle disposizioni di legge inerenti giorni ed orari di apertura dei servizi pubblici per le tossicodipendenze (SERT): assessori regionali alla sanità che si trincerano dietro leggi che non hanno mai fatto rispettare dalle ASL, che, a loro volta, si trincerano dietro i "fondi insufficienti" e gli "organici inadeguati", naturalmente per colpa dell'amministrazione regionale. Su tutto e tutti vigila (si fa per dire) un ministro della sanità che avrebbe il potere e gli strumenti per intervenire, in qualsiasi momento e in qualsiasi ASL d'Italia, nominando "commissari ad acta" che attuino, finalmente, la legge (art. 118, comma 3, DPR 309/90 - Testo unico leggi su stupefacenti).
Un ministro della sanità che, anche questa volta, si scaglia contro il "mercato" che "non garantisce ai cittadini l'effettivo accesso a tutti i servizi"; un ministro della sanità che ha anche affermato che "il servizio sanitario non è un supermercato". Siamo d'accordo, per una volta, con Rosy Bindi: i supermercati sono aperti la domenica, i SERT no!