Calci all'auto E'quipe: il mondiale non e' finitoLa Repubblica, 15 luglio 1998 (www.repubblica.it)
dal nostro inviato GIANNI MURA
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LORIENT - Un 14 luglio senza francesi sul podio, ma ancora con tanta Francia, che guarda, che canta, che batte le mani, che sputa sulla macchina dell'E'quipe, bloccata sulla salita di Roc Trevezel, dove le bandiere tricolori si mescolano a quelle bretoni, a righe orizzontali bianche e nere. Un'altra e' presa a calci, le vengono strappati i contrassegni. Tutto nel nome dei difensori di Me'me', cioe' Jacquet, che non puo' essere Jaja perche' c'e' gia' Jalabert (in maglia tricolore, che coincidenza). Me'me', Jaja, Vivi (Virenque) sono associati nei cartelli e negli striscioni: dopo la Coppa del Mondo, la Francia vuole la maglia gialla. Non adesso, non subito. A Parigi.
Il Tour torna in territorio francese dopo un po' di volate e di cadute in Irlanda. E la notizia mi sembra questa: la caccia all' E'quipe. Va da se' che nessuno dei colleghi che sono al Tour, non fosse che per questione di competenze, ha mai scritto una riga contro Jacquet. Ma la testata e' quella. Non importa che il direttore, Jerome Bureau, si sia profuso in pubbliche scuse, sul giornale e in tivvu'. L'atteggiamento e le parole di Jacquet restano durissime. I lupi sono diventati agnelli, gli agnelli sono diventati lupi. E la corsa rimane frenetica (47,471 di media). Con meno cadute. Continua il giro di valzer delle nazionalita' vincenti: dopo le tappe a un inglese, a un belga, a uno slovacco, tocca a un tedesco. Dopo la maglia gialla a un inglese e a un tedesco, ecco un danese. Heppner la tappa, Hamburger la maglia. Niente giochi di parole su Hamburger perche' e' troppo facile.
Roscoff e' Bretagna grigia, di mare grigio. Come Lorient, distrutta durante la seconda guerra mondiale e ricostruita in modo esteticamente discutibile. A loro non importa: la squadra di calcio e' finalmente arrivata in serie A, esordira' contro il Monaco di Henry e Trezeguet. Non faccio apposta a collegare pallone e pedivelle, sono cose che trovo per strada. Tra i due pezzi di Bretagna grigia, c'e' la Bretannia verde, ondulata, col vestito della festa nazionale. Questo significa che molti bar sono chiusi e quei pochi aperti affollatissimi, ed e' particolarmente difficile farsi un panino. Veri struzzi di Bretagna, recita una freccia che porta ad un allevamento di struzzi, ci vuole un bel coraggio. Autentici canguri della Val Brembana noi non lo scriveremmo.
A Guidel ci fermiamo in una trattoria dove quasi tutto e' finto o posticcio: agli, ventagli, sonagli, bambole, fiori, conchiglie, navigli. La lavagna annuncia il piatto del giorno: scaloppa di barracuda con crema di porri. La padrona per fortuna e' vera, gioviale, si chiama Mimi', andiamo su qualcosa di meno esotico, con una caraffa di Gamay. Tutte le zone gastronomicamente ed enoicamente piu' depresse il Tour quest'anno le tocca, e pazienza, altre volte e' andata meglio. E almeno ieri non c'e' stata la solita volata.
Non c'e' stata perche' presto e' partita la fuga buona, quattro fuggitivi su nove cominciano per H e uno per Y. Ci danno dentro, arrivano ad avere 7' di vantaggio. Il primo a partire e' stato Horve' dopo quaranta chilometri. A lavorare di piu' sono i due della Casino, Chanteur e Hamburger perche' se la fuga va in porto (bastano 20", sara' 1'10") c'e' la maglia gialla. L'unico a non darci dentro e' Heppner compagno di Zabel che e' maglia gialla. Non tira e naturalmente ci guadagna. A 1.200 metri dal traguardo, con la corsa ormai tra le case, va via con Jann, bretone di Dinan (dove Hinault ha una fattoria con duecento capi di bestiame) e lo batte in volata. Prima, impossibile provarci. Appena la corsa ha ritrovato il mare, a trenta chilometri dal traguardo, il vento dal largo l'ha frustata sulla destra. I fuggitivi ci hanno rimesso 3', ma dietro l' inseguimento era condotto piu' per dovere che per convinzione. La volata del gruppo la vince Guidi. Cipoll ini e' in testa fino ai 150 metri, poi si tira da parte.
Sara' per un'altra volta.
Ora, dovete sapere che c'e' una corsa, un fuori corsa e una grande nuvola nera, alta nel cielo di Lilla ma pronta a spostarsi sul Tour. Willy Voet, il massaggiatore della Festina intercettato alla frontiera franco-belga con una delle macchine ufficiali della squadra imbottita di prodotti- doping, ha cominciato a parlare col giudice di Lilla che conduce l'inchiesta, Patrick Keil. A Lilla sono dei mastini: fu sempre questa procura ad indagare sulla partita truccata nel '95 fra Valenciennes e Marsiglia, con relativi terremoti. Dunque, Voet avrebbe ammesso di avere agito su precise disposizioni del direttore sportivo della Festina, Bruno Roussel, la cui posizione si aggrava notevolmente. Roussel ieri si e' detto pronto ad essere ascoltato dagli inquirenti, ma e' piu' plausibile che siano gli inquirenti pronti ad ascoltarlo.
Nella macchina-farmacia di Voet c'erano 820 tra fiale e boccette. Identificate 235 dosi di Epo (sotto forma di Rocormon 2000, Erantin 2000, Eprex 4000), 82 dosi di somatotropina (Seuzen), 60 dosi di testosterone, piu' anfetamine assortite e, non si sa mai, andasse male qualcosa, otto dosi di vaccino contro l'epatite di tipo A.
Alla prima versione di Voet (uso personale) non ha creduto nessuno. Alla seconda versione (meta' armamentario per uso personale, meta' per disposizione di Roussel) hanno creduto di piu'. Non si puo' escludere che il belga, che gia' dal '92 alla Rmo e' il massaggiatore personale di Viranque, abbia messo insieme il suo carico su mandato di altre squadre. Ieri, allo sbarco a Roscoff, sono state perquisite le vetture di quattro gruppi sportivi di cui non sono stati rivelati i nomi. Niente di proibito, tutti in regola.
Ora, e' difficile prevedere come andra' a finire la faccenda. La nuvola e' sempre piu' nera. Il patron della Festina, Miguel Rodriguez, ha emesso un comunicato che non lascia molto spazio all'immaginazione: se la magistratura provera' le responsabilita' della Festina, ci ritireremo dal ciclismo. Va ricordato che con la maglia della Festina e' attualmente in corsa Moreau (per poco non vince il cronoprologo), trovato positivo per anabolizzanti e non sanzionato per le lentezze della federazione francese. Gli organizzatori del Tour, visibilmente imbarazzati, aspettano gli esiti dell'inchiesta. L'articolo 29 del regolamento di corsa li autorizzerebbe all'espulsione dei responsabili (comportamento fraudolento al passaggio di dogana). Ma quanti, e soprattutto chi sono i responsabili? Va infine detto che questa nuvola non getta ombra fra il popolo del Tour. Dai bordi delle strade, solo grida di incoraggiamento per Virenque e compagni. Dopo Me'me', Vivi. Forse.