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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 17 luglio 1998
Le nuove frontiere del riciclaggio
E' il mercato dell'oro italiano uno dei canali privilegiati per ripulire i narcodollari

"UN NEGOZIO SU 5 IN MANO AI CLAN"

L'allarme della Confcommercio: racket e usura "fatturano" 32 mila miliardi

di Antonio De Florio - Il Messaggero, 17 luglio 1998

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ROMA - Si allungano le mani della mafia sull'economia legale: un negozio su cinque e' controllato dalla "crime company", sia nel dettaglio che all'ingrosso. I miliardi del narcotraffico vengono indifferentemente investiti in compagnie aeree e nelle aree industriali dismesse, ricche di contributi europei. A lanciare il grido d'allarme e' il presidente della Confcommercio Sergio Bille', che ieri insieme con il procuratore antimafia Pierluigi Vigna e il presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco ha presentato il rapporto "Penelope", dedicato alla penetrazione della criminalita' nell'economia del nostro Paese. Un dato su tutti: ogni ora in Italia vengono convertiti dai clan in denaro pulito 2.500 miliardi.

Il crimine organizzato e' presente nelle finanziarie con un giro d'affari pari a 35 mila miliardi - e' scritto nel dossier - nelle societa' export-import per 37 mila miliardi, mentre, tra le attivita' illegali, l'usura e il racket sono altri settori considerati decisamente in crescita, con un giro pari a 32 mila miliardi l'anno, seguito dalla droga, 21 mila miliardi e dalle intermediazioni, 20 mila miliardi.

Il rapporto della Confcommercio denuncia poi come l'oro sia diventato uno dei principali beni utilizzati per il riciclaggio. Durante lo scorso anno sono stati "ripuliti" non meno di 140 mila miliardi provenienti da attivita' illecite. Il 35 per centro e' stato reimpiegato nell'acquisto di droga, in transazioni per compravendita di armi e nella prostituzione, il 20 per cento nel settore immobiliare e commerciale e il restante 45 per cento in operazioni finanziarie.

"La globalizzazione dell'economia sta favorendo anche la mondializzazione degli affari e dei traffici gestiti dalle organizzazioni criminali - spiega Bille' - e le forti disomogeneita' ancora esistenti tra le legislazioni degli Stati in questa materia consentono alle potenti organizzazioni criminali di superare facilmente gli ostacoli. E la legge antiusura, in Italia, viene aggirata ogni giorno in mille modi diversi. La verita' e' che le forze investigative fanno ancora troppo poco per penetrare in questo tessuto, e poi il sistema bancario deve sostenere di piu' e meglio la piccola e media impresa".

Il procuratore antimafia Vigna sposta l'obiettivo sui narco-dollari. "I canali del riciclaggio - sostiene - non sono piu' solo le banche e le finanziarie che sono ormai sistemi abbastanza controllati. Ci sono nuovi sistemi, e ora ci si rivolge all'acquisto di beni e di imprese. E uno di questi beni e' l'oro. Sul controllo di tali beni mobili siamo in difetto, anche perche' sono difficili da monitorare. Bisogna convincere gli imprenditori che la legalita' conviene. Come negli Stati Uniti, dove le societa' che sono state controllate e certificate hanno visto il loro giro d'affari aumentare".

Sulla stessa linea, il direttore del Servizio centrale operativo della polizia, Alessandro Pansa: "Anche per il fenomeno delle estorsioni, bisogna capire che conviene pagare una buona assicurazione invece del pizzo". Sul riciclaggio Pansa aggiunge: "Per la criminalita' organizzata anche il nostro Paese e' considerato un paese off-shore. Secondo loro infatti, nonostante le leggi, i controlli sono quasi inesistenti, e si puo' tranquillamente lavorare in nero senza problemi".

 
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