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Conferenza droga
Manfredi Giulio - 24 luglio 1998
COMUNICATO STAMPA

A MILANO VI SONO 78 "VIGILI DI QUARTIERE"; E A TORINO?

L'ORDINE DEL GIORNO ANTIPROIBIZIONISTA DI DUE ANNI FA E' SEMPRE VALIDO; MA E' MOLTO PIU' FACILE CHIEDERE <>...

Giulio Manfredi, membro della Direzione Politica del CORA, ha dichiarato:

"Due anni fa fummo i promotori di quell'ordine del giorno, approvato dalla stragrande maggioranza del Consiglio Comunale di Torino, in cui, fra l'altro, si diceva che <<...l' "elastico impazzito" fra repressione e tolleranza, che ha contraddistinto le politiche dell'ordine pubblico a Torino sui "casi" San Salvario, Porta Palazzo e Murazzi, merita una valutazione realistica e severa, se oltre a rivelarsi inefficace ed a limitarsi a rimescolare il mercato delle droghe illegali, ha finito per diventare un problema fra i problemi che avrebbe dovuto contribure a risolvere...>>.

L'estate scorsa segnalammo, nel silenzio generale, il campanello d'allarme rappresentato da rese dei conti fra malavitosi albanesi a Torino e Milano per la conquista del territorio (a cui fecero seguito numerose "overdosi" dovute al mutare degli spacciatori e, quindi, delle sostanze spacciate).

Nei giorni scorsi non ci siamo uniti al coro di coloro che aspettano il sangue per parlare; non possiamo, però, tacere sull' "illusione repressiva" che sembra unire, ormai, tutto lo schieramento politico torinese, dalla Lega a Rifondazione (e, mai come in questo caso, chi tace acconsente).

Lo ripetiamo ancora una volta; finchè alcune sostanze, grazie alla loro proibizione legale, consentiranno a sempre nuove e maggiori mafie transnazionali di accumulare capitali da investire poi in altre attività criminali (dal traffico di clandestini alla prostituzione) e legali (acquisto di case e negozi) ci sara' sempre più crimine, violenza, delinquenza, insicurezza. L'ordine del giorno di Torino impegnava ed impegna il Sindaco Castellani ad intervenire presso il Governo Prodi per un mutamento in senso antiproibizionista della legislazione sugli stupefacenti; se i consiglieri che sottoscrissero quel documento, e che siedono ancora in Sala Rossa, hanno cambiato idea, hanno il dovere di dirlo pubblicamente e di votarne uno opposto assieme a Carpanini, Costa e Borghezio.

E, per finire, una domanda: quale conoscenza di Torino, del territorio, hanno i poliziotti, i carabinieri che arriveranno?

A Milano, dal 6 luglio, sono entrati in funzione 78 "vigili di quartiere"; l'amministrazione conta di raddoppiarli entro fine anno. E' un tentativo concreto di ricostruire la "legalità" dal basso, di creare una figura di raccordo fra i bisogni (e le paure) dei cittadini e le istituzioni; di affrontare il crimine attraverso il confronto e la conoscenza quotidiana sul (e del)territorio e non con le sirene delle volanti, spettacolari ma che lasciano tutto immutato; signor sindaco, quanti "vigili di quartiere" ci sono, adesso, a Torino? Quanti entro fine anno?

Torino, 23 luglio 1998

 
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