COME SCOPRIRE LE CARTE TRUCCATE DEI PROIBIZIONISTI CINICI E BARI.A partire dal mese di febbraio, i militanti del CORA hanno presentato esposti in 60 Procure della Repubblica per chiedere l'accertamento e il perseguimento dei responsabili della mancata attuazione di una parte fondamentale dei provvedimenti per la prevenzione e cura delle tossicodipendenze (td.ze): si tratta dell'articolo 118 del DPR 309/1990 e del Decreto attuativo 444/1990. Dal loro combinato disposto risulta che, a partire dal maggio del 1991 (!), i servizi pubblici per le td.ze (SERT) dovevano (e devono) essere aperti 24 ore sue 24 nelle "aree di maggior rilevanza numerica dei tossicodipendenti" (individuate dalla regione) e per almeno 12 ore nei giorni feriali e 6 ore nei giorni festivi nel resto del territorio; la legge attribuiva (e attribuisce) espressamente ai Presidenti delle regioni e (in via sussidiaria) al Ministro della Sanità il potere-dovere di nominare "commissari ad acta" nelle USL (ora ASL) inadempienti.
Ognuno di voi può verificare facilmente nel proprio contesto come la legge suddetta sia rimasta in gran parte inattuata. Tale omissione ha significato negare, in modo continuato ed aggravato, a milioni di cittadini quel "diritto alla salute" sancito dall'art.32 della Costituzione e definito dalla Consulta "diritto primario ed assoluto"; intanto, in questi sette anni, in Tv e sui giornali si sprecavano le prediche sulla "lotta alla droga" da parte dei vari "don" e la ditta Gasparri/Giovanardi si faceva pubblicità gratuita scagliandosi contro i "cinici antiproibizionisti"; intanto, nel 1993 (Governo Amato) e nel 1997 (Governo Prodi) si tenevano "conferenze nazionali sulla droga" per "verificare il da farsi" (!).
Come altre volte in passato, i radicali hanno detto "Ora basta!", l'hanno tradotto in un esposto ed hanno iniziato una lotta lunga e difficile: anche in questo campo, il silenzio e le omissioni della magistratura esistono e persistono. A Pisa, Campobasso, San Benedetto del Tronto i militanti del CORA sono stati sentiti dagli inquirenti; sappiamo che diverse Procure hanno raccolto grossi faldoni di documentazione; altre, purtroppo, hanno archiviato in modo sbrigativo e scorretto. Nel frattempo, non siamo rimasti a guardare: abbiamo integrato l'esposto grazie anche al prezioso lavoro di Lucio Bertè e di Giorgio Inzani; abbiamo fornito il massimo di aiuto possibile ai compagni che, in giro per l'Italia, hanno utilizzato l'esposto per creare mobilitazione e iniziativa politica; abbiamo chiesto (applicando in modo sistematico, forse per la prima volta in Italia, il secondo comma dell'art. 328 C.Penale) a tutte le venti Regioni di rendere conto del loro operato; ci apprestiamo ad utilizzare le loro risposte (ed i
dati della Relazione che il Prodi e la Turco hanno partorito con cinque mesi di ritardo...) per rinforzare dovunque possibile i nostri esposti.
Andiamo avanti, dunque, col nostro "work in progress", essendo consapevoli che solo una politica antiproibizionista farà giustizia del proibizionismo sulle cure ma sapendo, altresì, che tale politica si costruisce giorno per giorno anche attraverso lo svelamento delle carte truccate (o inesistenti) dei proibizionisti... o, peggio, degli ignavi.
GIULIO MANFREDI
Direzione Politica del CORA