SULLA DIPENDENZA DA CANNABIS: "NULLA PERSISTE QUANDO UN FUMATORE SMETTE DI FUMARE".SULLA LEGALIZZAZIONE: "SONO UN PAN-LEGALIZZATORE NON PENTITO. ESTENDERE IL CONTROLLO ANCHE AD ALCOL E TABACCO"
Roma, 20 agosto 1998 - Radio Radicale ha intervistato oggi il professor Gian Luigi Gessa, che diretto lo studio condotto da ricercatori delle Universita' di Cagliari e Sassari, sugli effetti della cannabis che dimostrerebbe l'esistenza di una dipendenza anche dai derivati della cannabis. La ricerca ha riguardato animali da laboratorio sottoposti a dosi di Delta9THC, il principio attivo della cannabis, paragonabili a quelle utilizzate da un fumatore cronico di cannabis per un periodo piuttosto lungo.
"Nel nostro studio - ha detto Gessa - abbiamo scoperto che i neuroni del cervello che potremmo definire i neuroni del piacere, negli animali da laboratorio trattati cronicamente con i derivati della cannabis, soffrono quando si sospende la somministrazione, come se si fossero abituati a funzionare sotto l'effetto delle sostanza. La crisi di astinenza da marijuana e' caratterizzata cioe' dal "silenzio" dei neuroni del piacere".
Sulle modifiche al cervello prodotte dalla cannabis, Gessa ha precisato che "mentre le modifiche prodotte dall'assunzione cronica di alcol sono a lungo termine, magari irreversibili, quelle prodotte dalla cannabis sono di natura bioelettrica. I neuroni subiscono cioe' una riduzione di funzione temporanea, funzionale, non irreversibile, che regredisce nel corso del tempo. Nel nostro lavoro si e' visto come, dopo ventiquattro ore di astinenza, l'attivita' dei neutroni e' tornata normale. Dalle ricerche finora conosciute risulta che nulla persiste quando un fumatore smette di fumare".
Il professor Gessa ha anche sottolineato la prudenza che va posta nell'applicare questi dati di laboratorio all'uomo: "Bisogna avere la stessa cautela che dovrebbe avere un giudice quando interroga un pentito. Le funzioni e i meccanismi cerebrali fondamentali dell'animale di laboratorio sono simili a quelli umani. Abbiamo quindi buone ragioni per ritenere che queste ricerche abbiano un significati valido anche per l'uomo. Ma naturalmente spetta a noi l'onere della prova, dimostrare che cio' e' vero".
Il professor Gessa ha infine confermato la sua opinione favorevole alla legalizzazione delle droghe espressa due anni fa al 7 congresso del CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista): "Sono un pan-legalizzatore non pentito" ha detto gessa sottolineando la necessita' di diffondere informazione sulle sostanze e di estendere un "severo controllo anche alle droghe legali, come l'alcol e il tabacco".
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