AFGHANISTAN: IN CALO DEL 25% LA PRODUZIONE DI OPPIO
Vienna, 6 ottobre - La produzione di oppio in Afghanistan e' in calo del 25%, soprattutto a causa delle cattive condizioni meteorologiche durante la stagione di coltura. Lo ha reso noto un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe, organismo con sede a Vienna e presieduto da Pino Arlacchi. Si calcola che quest'anno il raccolto di oppio afghano sara' di 2.100 tonnellate, un quarto in meno rispetto alle 2.800 tonnellate del '97. Il papavero, sostiene il rapporto, ha sofferto di "un'insolitamente lungo inverno, di pesanti e continue piogge nel sud dell'Afghanistan e di anormali piogge nel nord". Ma benche' il raccolto sara' meno ricco, avverte l'organismo dell'Onu, si estende la fetta del territorio afghano dedicata a questa coltivazione illecita. Per la prima volta, campi di papaveri sono stati piantati nelle province di Loghar e di Laghman, e in varie altre localita'.
"Faccio appello a tutte le fazioni afghane perche' facciano il massimo sforzo per dissuadere i contadini dal piantare papavero da oppio nella prossima stagione di semina, specialmente in nuove aree", ha detto Arlacchi, e ha aggiunto di essere pronto a chiedere agli Stati membri dell'Onu di rafforzare i controlli alle frontiere dell'Afghanistan. Il Paese e' tra i maggiori produttori di oppio, da cui si ricava l'eroina. Si ritiene che l'80% di questa droga circolante sul mercato europeo abbia origine afghana, come pure il 20% di quella venduta negli Usa. Piu' del 90% dei campi di papavero si trovano in zone controllate dai Taliban, che hanno firmato un accordo con l'Onu per la riduzione delle coltivazioni ma procedono a rilento nell'attuarlo per fare cosi' pressioni volte a ottenere un seggio all'Assemblea Generale. (AGI/AP)