COMUNICATO DEL CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

Roma, 2 dicembre 1998 - I ministri della Sanità e di Grazia e Giustizia hanno annunciato che circa mille detenuti malati di AIDS potranno usufruire dei nuovi farmaci antiretrovirali, tra i quali gli inibitori della proteasi. Bene, ma si può fare molto di più.

I dati forniti dallo stesso Governo sono tanto clamorosi quanto ignorati: solo il 2 o 3% dei detenuti tossicodipendenti accede al metadone, rispetto al 40% di quelli in cura presso i Sert. Sono cifre semplicemente scandalose, ma trattandosi di "drogati" non c'e' da aspettarsi cortei, maurizicostanzishow o maratone televisive.

Chiediamo, percio', ai ministri Bindi e Diliberto di rendere finalmente possibile ai circa 15 mila detenuti tossicodipendenti di poter usufruire "per davvero" dei trattamenti metadonici, fondamentali per la prevenzione delle infezioni in carcere (dove, e' risaputo, l'eroina entra, ma le siringhe sterili no).

Il metadone ha anche il vantaggio di essere economico. I farmaci antiretrovirali (che possono fermare l'infezione, ma non debellarla) costano 10 milioni l'anno per paziente, un trattamento metadonico (che evita l'infezione) costa dai 3 ai 4 milioni l'anno.

Ci sia permessa, poi, un'osservazione: quei medici penitenziari che si rifiutano di somministrare una volta al giorno il metadone saranno in grado di garantire una somministrazione fino a 25 pastiglie al giorno dei nuovi farmaci?

La ministra Bindi, da cattolica, confida certamente nella divina provvidenza. Noi, da cittadini, vorremmo poter contare sulle sue capacita' di governo in quanto ministro della Repubblica italiana.

CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

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