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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 7 gennaio 1999
PARIGI INDAGA SU CASTRO: TRAFFICO DI DROGA
La figlia del generale Ochoa (giustiziato per i suoi presunti legami coi narcos) sfida il Líder Máximo: vendeva coca per finanziarsi. E arriva anche una denuncia per crimini contro l'umanita'

di Enrico Benedetto - La Stampa, 7.1.1999 (http://www.lastampa.it)

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PARIGI, DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

A rovinare il quarantesimo compleanno di Fidel Castro come líder máximo ci pensa la magistratura francese aprendo un'informazione giudiziaria per droga e crimini contro l'umanita' sull'ultimo autocrate rosso. Ma dire che si profila un caso Pinochet in salsa cubana e' forse prematuro. Anzitutto Fidel regna tuttora su L'Avana, protetto dalle convenzioni internazionali. In secondo luogo i giudici transalpini potrebbero archiviare lo spinoso dossier giudicando non probanti le accuse.

La chiamata in causa di Castro era quasi inevitabile dopo le feroci polemiche sulla "giustizia a senso unico". Perche' l'ex dittatore cileno si' e non il barbuto capo rivoluzionario? La Destra insisteva da settimane sull'"inaccettabile favoritismo" accordato al secondo.

Ma la decisione di renderlo - almeno in teoria - processabile, non e' politica. Sono state tre denunce a forzare la mano. L'establishment giudiziario francese non poteva, in prima istanza, che recepirle disponendo indagini preliminari. E' l'avvocato parigino Serge Lewisch a presentarle. Le due piu' gravi sono analoghe. Autori, il fotoreporter francese Pierre Golendorf e un pittore cubano (per ora anonimo) imprigionati entrambi dal castrismo. Si invoca "la pratica massiccia della tortura". Inoltre, "atti inumani per ragioni politiche". La denuncia conclude attribuendo al regime un "piano repressivo" contro gruppi della "popolazione civile". Per intenderci, i dissidenti che Fidel Castro voleva liquidare. In somma, un genocidio degli oppositori che giustificherebbe il richiamo al crimine imperscrittibile per eccellenza, lo stesso invocato nella battaglia anglo-ispano-cilena su Pinochet.

Meno prevedibile il terzo "j'accuse" anti-Castro. E, forse, piu' insidioso. Perche' il "traffico di cocaina" che vi figura avrebbe propaggini in Francia. Donde una precisa competenza territoriale per gli inquirenti locali. Risaliamo un attimo al 13 luglio 1989. Un processo farsa condanna il gen. Arnaldo Ochoa, il col. Antonio de la Guardia e altri ufficiali distintisi nella campagna etiopica e angolana. Giustiziati. Secondo Cuba, spacciavano stupefacenti all'estero per arricchirsi e coltivare oscuri fini politici. Ma oggi la figlia del colonnello vuole smascherare quella messinscena. Denunciando Fidel, sostiene che fu lui a organizzare il circuito per incamerare fondi in divisa occidentale, indispensabili causa il progressivo disimpegno sovietico verso l'isola. Paventando che Washington lo scoprisse, trovo' nell'ex eroe Ochoa il capro espiatorio ideale. Ne temeva la popolarita', ma ancor piu' le posizioni filogorbacioviane. Eliminarlo fu dunque provvidenziale per la sopravvivenza del sistema Castro. La coca

era destinata a Usa ed Europa. E Parigi costituiva, per l'export cubano piu' redditizio dopo la canna da zucchero, il principale approdo europeo. Sembra tuttavia che la signora de la Guardia fornisca piu' tesi che prove.

Nondimeno, per Fidel Castro il triplice esposto costituisce un rovescio significativo. Se arrivassero dai "balseros", le accuse avrebbero conseguenze meno rovinose per il suo prestigio. In Florida, ove la fortissima opposizione cubana rovescia ogni giorno sul líder maximo fiele e dossier esplosivi, capi d'imputazione simili non scandalizzerebbero piu'. Ma che la Francia li recepisca allarma non poco L'Avana.

Che cosa diranno i dieci Nobel della Letteratura che solo poche ore fa fa plaudivano al lungo idillio tra Fidel e il Potere? E Danielle Mitterrand? Il partito filo-Castro trova nell'ex first lady transalpina una insospettabile fedelissima. Aggiungiamoci il governativo pcf - che anni fa spedi' persino un cargo di soccorsi alimentari - l'intellighentsia Rive Gauche piu' varie & eventuali: ne emerge una lobby innanzi a cui forse Jospin tifa per l'insabbiamento.

Fidel Castro, lui, per adesso non reagisce. Pero' il mondo ricorda che i media cubani si mostrarono quantomai tiepidi sull'arresto di Pinochet. Era una premonizione?

 
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