Intervista di Radio Radicale al dottor Ueli Locher, vice-direttore e responsabile del settore dipendenze dell'Ufficio federale della sanita' pubblica------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il 29 novembre scorso i cittadini svizzeri hanno bocciato un referendum che proponeva la liberta' di coltivazione, di consumo e di acquisto di stupefacenti per uso personale e la gestione del mercato delle droghe, anche pesanti, tramite un monopolio di Stato per contrastare i traffici illegali della criminalita'. L'iniziativa e' stata respinta con il 73,9 per cento di No e in tutti i 26 cantoni. I dati definitivi rispecchiano le indicazioni del governo di centro-sinistra.
Per capire meglio come procede la politica del governo svizzero in materia di droghe e quali effetti potrebbe avere il referendum del 29 novembre abbiamo sentito il dottor Ueli Locher, gia' responsabile dell'ufficio tossicodipendenze del comune di Zurigo e attualmente vice-direttore dell'Ufficio federale della sanita' pubblica (equivalente al nostro ministero della sanita') e responsabile del settore dipendenze.
UELI LOCHER: In fondo, il risultato di domenica scorsa e' una conferma della politica della Confederazione. Cioe', il modello dei "quattro pilastri" - prevenzione, terapie, riduzione dei danni e repressione - e' stato confermato dal popolo. Per quel che riguarda il futuro bisogna dire che adesso possiamo cominciare il lavoro di revisione della legge sugli stupefacenti visto che tutti e due i referendum che hanno avuto luogo, quello di novembre e quello di settembre dell'anno scorso, sono stati respinti.
ROBERTO SPAGNOLI: Il referendum che si e' svolto nel settembre 97, lo ricordiamo, al contrario di questo del 29 novembre era, invece, un referendum di impronta fortemente proibizionista.
U.L.: Esatto, era quel referendum che voleva una politica molto piu' restrittiva. Soprattutto, avrebbe escluso la possibilita' della prescrizione di eroina sotto controllo medico.
R.S.: Dunque, la politica di intervento in materia di droghe del governo svizzero resta impostata sui quattro pilastri della prevenzione, la terapia, la riduzione dei rischi e la repressione. Ma e' vero che il governo, a gennaio, potrebbe intervenire riducendo le pene per i semplici consumatori?
U.L.: E' una delle questioni che bisogna affrontare. Pero', per adesso, si trattera' di vedere quali sono le proposte che sono gia' state fatte due o tre anni fa da un gruppo di esperti e vedere quali possono essere inserite nella legge adesso.
R.S.: Quindi, se capisco bene, i cittadini svizzeri, nella loro maggioranza, non sono contrari a forme di intervento, per esempio come quella iniziata a Zurigo e poi estesasi a molte altre citta', di utilizzo anche dell'eroina sotto controllo medico per la cura dei tossicodipendenti.
U.L.: No, il risultato e' molto chiaro nel senso che la gente dice che non vuole delle soluzioni estreme: non vuole una liberalizzazione o una legalizzazione completa di tutte le droghe e non vuole una politica molto repressiva, molto restrittiva che addirittura metterebbe in discussione la prescrizione di metadone. Il popolo svizzero vuole una via di mezzo che, da una parte, continui a prevedere la repressione e, dall'altra parte, pero', si apra a nuove possibilita' di trattamento dei tossicodipendenti, come la prescrizione di eroina sotto controllo medico. E conferma anche tutti i progetti che tentano di ridurre i danni cui sono soggetti i tossicodipendenti in corso nelle citta' svizzere. Questa via di mezzo e' quella che e' stata confermata due volte dal popolo svizzero.
R.S.: Attualmente quante sono lo citta' in cui sono in corso programmi che prevedono anche la prescrizione di eroina sotto controllo medico?
U.L.: Sono quattordici citta'.
R.S.: Ed e' previsto che questi programmi si estendano? Ci sono altre citta' che hanno intenzione di avviare programmi del genere?
U.L.: Si'. L'anno prossimo sara' di nuovo possibile proporre nuovi progetti in altre citta'. Questi progetti saranno esaminati nei primi sei mesi dell'anno prossimo.
R.S.: L'idea della somministrazione controllata dell'eroina ai tossicodipendenti fa molto discutere in Italia e nel resto d'Europa. Su questo tema come sono i rapporti tra il governo svizzero e gli altri governi dell'Unione Europea, per esempio?
U.L.: Beh, sono molto vari. E' certo un grande interesse da parte di molti governi, da parte di molte citta'. Le reazioni sono diverse: c'e' chi dice che vorrebbe tentare la stessa cosa, che e' molto convinto, molto interessato a fare la stessa cosa nel proprio paese e c'e' chi dice che e' assolutamente contrario e non vuole saperne niente. La realta' e' che in Olanda stanno facendo lo stesso esperimento e che anche in Germania, il nuovo governo ha dichiarato di voler realizzare esperimenti scientifici per verificare se questa possibilita' puo' funzionare anche li'. Quindi ci sono gia' altri due paesi molto interessati: in Olanda hanno gia' cominciato, in Germania probabilmente cominceranno l'anno prossimo.
Queste, dunque, le parole del dottor Ueli Locher, vice-direttore dell'Ufficio federale della sanita' pubblica, cioe' del ministero della sanita' svizzero. Come avete sentito, la bocciatura del referendum del 29 novembre, che chiedeva, in pratica, la legalizzazione delle droghe, non ha scalfito la linea del governo svizzero che resta ancorata a quattro punti fondamentali - la prevenzione, la terapia, la riduzione dei rischi e la repressione dei traffici illeciti - e che continuera' a prevedere la distribuzione controllata di eroina. Anzi, questi programmi saranno estesi ad altre citta' nel corso del prossimo anno.
Appaiono, quindi, del tutto stonate le parole di chi in Italia, per esempio l'onorevole Maurizio Gasparri di Alleanza Nazionale, ha parlato di "schiacciante sconfitta dei fautori dell'eroina di stato" o di "bocciatura delle recenti scelte di Svizzera e Germania". La Svizzera, avete sentito, proseguira' nella sua politica, che prevede l'uso del metadone e dell'eroina sotto controllo medico. Una politica che e' stata seguita dall'Olanda e che presto sara' seguita dalla Germania. In Italia, per ora, il Governo D'Alema resta a guardare.
(l'intervista e' stata realizzata e trasmessa il 5 dicembre 1998)