COMUNICATO DEL CORA
Roma, 12 gennaio 1999 - Un anno e mezzo fa, una dozzina di prefetti di polizia di grandi citta' tedesche chiesero pubblicamente di realizzare progetti di distribuzione di eroina ai tossicodipendenti sotto controllo medico per combattere piu' efficacemente le organizzazioni criminali e migliorare le condizioni di salute dei tossicodipendenti. In Svizzera la sperimentazione zurighese e' diventata politica comune di quattordici citta', che presto aumenteranno, confermata da ben due referendum popolari. L'Olanda ha gia' adottato interventi analoghi e la Germania si appresta a farlo.
Sono solo alcuni esempi. E in Italia?
Un anno fa, l'allora p.g. della Cassazione Galli Fonseca chiedeva di ripensare profondamente gli interventi di lotta alla droga, di non tralasciare nulla che possa servire a ostacolare il fenomeno, a diminuire le sofferenze dei consumatori di droghe illegali e a ridurre "l'enorme potere economico che il traffico degli stupefacenti fornisce alla grande criminalità, rendendo sempre più arduo contenerla". Altri magistrati e poliziotti da anni chiedono le stesse cose (ultimo in ordine di tempo il p.m. milanese Pomarici).
E cosa risponde l'attuale p.g. della Cassazione La Torre? Che l'azione di contrasto contro il traffico di droghe e' aggravata dall'abolizione del reato della detenzione di droga per uso personale.
Coloro che si ostinano a negare il tragico fallimento proibizionista e si fanno paladini di un sistema che non riesce a impedire la produzione, il traffico o il consumo di droghe, devono assumersi una volta per tutte la responsabilita' di una politica che condanna centinaia di migliaia di cittadini all'illegalita', al degrado, all'emarginazione, alle malattie e alla morte. Devono spiegare perche' in Italia si continua a negare cio' che in altri Paesi sta dando risultati positivi.
Contro l'isteria da copertina di chi, facendo leva sulle naturali preoccupazioni dei cittadini, torna a invocare leggi d'emergenza, giustizia sommaria e sospensione delle garanzie costituzionali, noi riaffermiamo la nostra lotta per la legalizzazione di tutte le droghe, l'unica misura in grado di consentire allo Stato di avere il "primo colpo" nella lotta alla criminalita', rispettando diritto e Costituzione; l'unica politica in grado di porre fine al ritardo cronico e colpevole delle istituzioni nel comprendere le reali dimensioni del fenomeno criminale.
CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista
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