a cura di Roberto Suozzi - dal supplemento "Salute" di Repubblica del 14/1/99 (scaricato dal newsgroup di Internet it.discussioni.droghe)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Furono, si dice, alcuni soldati francesi a lanciare la moda dell'assenzio: alcune gocce aggiunte all'acqua servivano a "depurarla" visto che in molti paesi le condizioni igienico-sanitarie erano precarie. Al rientro in patria pero' questa abitudine prese piede in societa', tra gli artisti in particolare, e non certo per difendersi dalle infezioni, bensi' per la capacita' della bevanda di dare sensazioni nuove, inebrianti, allucinatorie. Nacque cosi' la Fata verde, una potente mistura di assenzio e di alcol che, portava, inseguito a ripetute assunzioni e abuso, ad una grave forma di intossicazione chiamata absintismo, in grado di provocare gravi danni al sistema nervoso e crisi epilettiche. Il fenomeno si estese a tal punto che ai primi del novecento, in Francia, i medici dell'Academie de Medecine, dopo aver studiato la micidiale intossicazione, evidenziarono i gravi danni provocati dall'associazione di alcol e assenzio. La Fata verde fu successivamente messa ufficialmente al bando nei paesi europei (ma non i
n Inghilterra); e' abbastanza recente pero' la notizia che, proprio in Inghilterra, ma anche negli Stati Uniti, la Fata verde sembra essere tornata di moda, il che ovviamente impone alcune considerazioni visti i seri danni che questa bevanda puo' provocare alla salute. Chiamata anche erba santa, erba dei vermi, assenzio maggiore o romano (Artemisia absinthium; fam. Composite), e' una pianta perenne, con delle foglie dotate di una peluria biancastra che emana un fortissimo odore aromatico, e che ha un sapore molto amaro. Adoperato come sostituto della china, l'assenzio era ben conosciuto dalla medicina tradizionale per le sue proprieta' toniche, stimolanti dell'appetito e della digestione, diuretico e vermifugo. Per quest'ultimo scopo lo si adoperava anche in applicazioni esterne facendo bollire nel latte, oltre a delle foglie di assenzio e di tanaceto, anche alcuni spicchi d'aglio; se ne faceva quindi un cataplasma che si applicava sul ventre. Dell'assenzio vengono adoperate sia le foglie che le sommita' fio
rite e la pianta contiene oltre all'absintina, la principale sostanza amara (in realta' e' la denominazione di una miscela di quattro composti), olio essenziale contenente alfa e beta thujone. Ed e' proprio il thujone, presente anche in altre piante (ad esempio olio essenziale di salvia) che e' il responsabile delle intossicazioni. Cio' puo' avvenire sia per l'ingestione di decotti molto concentrati della pianta (adoperati a scopo abortivo), sia con preparati (estratti) non purificati della sostanza tossica (thujone). La prima fase dell'intossicazione provoca dapprima una grave forma di gastroenterite, seguita da uno stato di alterazione della coscienza, convulsioni, allucinazioni. E' ovviamente necessario un immediato ricovero ospedaliero. L'assenzio, che sconsiglio nell'uso terapeutico, non deve essere somministrato ne' in gravidanza ne' ai bambini. Infine per le bevande alcoliche, gli aperitivi o altro, che contengono assenzio ed altre sostanze aromatizzanti, un comitato di esperti Fao-Oms ha stabilito, p
er quanto riguarda il contenuto di thujone (proibito negli USA), i quantitativi massimi che possono essere consumati senza rischi, se ci si attiene ovviamente alle regole del buonsenso, a quello che viene indicato, cioe' come un normale consumo.