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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 20 gennaio 1999
SI', TOTAL SOSTIENE LA GIUNTA BIRMANA
di Yvette Piepaoli, presidente di Info Birmanie - Libération, mercoledi 20 gennaio 1999

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Thierry Desmarest, PDG del nuovo gigante petrolifero Total-Fina, e' felice (Liberation del 12 gennaio) di favorire, in Birmania, l'apporto di denaro pulito. Quando un azionista, all'assemblea generale del 14, gli chiede se Total non e' coinvolta in operazioni di riciclaggio, risponde: Total non partecipa ad alcuna operazione di riciclaggio del denaro proveniente dal traffico della droga. La smentita e' tuttavia lontana dal rispondere alle precise accuse pubblicate negli ultimi due anni da diversi organi di informazione sia francesi che stranieri, che affermano che la Moge, partner birmano obbligatorio in tutte le attivita' concernenti gli idrocarburi nel paese, e' lo strumento principale del riciclaggio dei proventi del traffico di eroina per conto di un gruppo di generali al potere a Rangoon. Da queste complesse relazioni finanziarie con la Moge partono le accuse di complicita' nel riciclaggio mosse contro la Total e il suo partner americano Unocal nell'operazione Yadana. Aung San Suu Kyi, premio Nobel per

la pace 1991, accusa Total di essere il principale sostenitore della dittatura e reclama da sempre la sospensione degli investimenti sotto l'attuale regime. Desmarest, che critica i moralizzatori che bloccherebbero il paese nei suoi problemi, pretende dunque di conoscere meglio dei rappresentanti legittimi del popolo birmano cio' che conviene al loro paese. L'oleodotto costruito dalla Total gode della protezione dell'esercito che conduce operazioni contro la popolazione civile (esecuzioni sommarie, deportazioni, distruzione di villaggi, reclutamento forzato di manodopera). Alcune testimonianze parlano di versamenti mensili della Total in favore dei reparti militari presenti in permanenza nella zona di sicurezza dell'oleodotto. Nell'ultimo anno, numerosi industriali stranieri, compresi dei petrolieri, hanno lasciato la Birmania. La Levi-Strauss partendo ha dichiarato: Non e' possibile fare affari in Birmania senza portare un sostegno diretto al governo militare e alle sue violazioni dei diritti umani.

 
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