di Elisa Manacorda - Galileo, giornale di scienza e problemi globali ( http://www.galileonet.it )------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quello tra gli italiani e l'alcol E' un rapporto in continua evoluzione. Galileo ne ha parlato con Enrico Tempesta, neuropsicofarmacologo all'Universita' Cattolica di Roma e presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcol.
Professor Tempesta, quali sono le tendenze che emergono dall'ultima indagine che la Doxa ha condotto per voi nel 1997?
In generale, parlerei di una maggiore oculatezza nel consumo di alcol. Abbiamo notato un aumento nel numero di persone che sperimentano gli effetti di questa sostanza, ma anche un significativo cambiamento nella qualita' e nella quantita' del bere. D'altra parte, questo e' un fenomeno che risale agli anni Settanta: da trent'anni a questa parte i consumi di alcol in Italia sono calati del 40%, e del 30% rispetto agli anni Ottanta. Insomma, abbiamo ampiamente raggiunto gli obiettivi dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' e del Piano Sanitario Nazionale.
Scendendo nel dettaglio, quali sono i cambiamenti più evidenti rispetto all'indagine precedente, del 1994?
In primo luogo assistiamo a una maggiore distribuzione di consumi tra le donne, dovuta certamente ai cambiamenti nel ruolo sociale del sesso femminile. Interessante anche la forte riduzione dei consumi tra gli ultracinquantenni. E poi si e' certamente modificato l'atteggiamento dei giovani nei confronti dell'alcol: molti ragazzi hanno ormai una posizione precisa e responsabile, ma il 7% tende ad utilizzarlo all'interno della "cultura del rischio", come una droga piu' economica delle altre. E il suo consumo e' legato all'assunzione degli stupefacenti di sintesi, ecstasy in testa. La fascia dell'abuso, invece, e' rimasta sostanzialmente stabile negli anni, perche' e' legata a fattori indipendenti dai movimenti della popolazione generale.
Oltre ai consumi, stanno cambiando anche le modalita' del bere?
Si', direi che anche in Italia si va affermando il modello tipico del nord Europa, quello del pub, dove si va la sera con il gruppo di amici. In un certo senso e' un bene, perche' in questi luoghi c'e' un maggior controllo che nelle piazze. E poi il vino sta perdendo posizioni rispetto alla birra: da' l'idea di essere una bevanda piu' leggera. Ma questo fa si' che si superino piu' facilmente le quantita' ottimali.
Alcune recenti ricerche stanno analizzando l'ipotesi delle radici biologiche della dipendenza: cosa ne pensa?
In effetti oggi si lavora sulle basi genetiche dei meccanismi di ricerca del piacere. Ma la dipendenza, cioe' l'eccesso continuato che provoca danni gravissimi sul piano fisico, e' un meccanismo polifattoriale, in cui entrano anche variabili di tipo biologico. Ogni individuo ha la sua vulnerabilita'. Naturalmente cercare una base genetica non significa individuare il "cromosoma dell'alcol", o immaginare una predestinazione alla dipendenza per alcuni individui, ma individuare una specifica vulnerabilita' biologica nel circuito della gratificazione e della ricerca del piacere. In questo senso, oggi si ipotizza un'alterazione nella sintesi della dopamina, il neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere. In altre parole, in alcuni individui questa alterazione genera una ricerca più assidua, compulsiva e incontrollabile, della sostanza, per attivare il circuito della gratificazione. Naturalmente il tutto deve ancora essere verificato in termini epidemiologici: ma se le ipotesi si rivelassero giuste, sareb
be una scoperta importante per il trattamento dell'abuso.
L'ITALIA IN BOTTIGLIA
Stima dell'alcoldipendenza in Italia (1998)
Popolazione italiana oltre i 14 anni 49.000.000
Consumatori di bevande alcoliche 37.900.000
di cui
Regolari (almeno 1 unità nell'ultima settimana) 30.500.000
Occasionali (almeno 1 unità negli ultimi tre mesi) 7.400.000
Astemi 11.100.000
Alcoldipendenti
Stima del ministero della Sanità (Relazione Sanitaria sul Paese) 400.000
Stima Osservatorio su autodichiarazione (almeno due episodi di ubriachezza negli ultimi tre mesi) 454.800
Stima Osservatorio su dati degenze e Alcolisti Anonimi 500.000
Stima Osservatorio su applicazioni del test psichiatrico CAGE (almeno tre risposte positive) 492.000
Fonte: Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcol, 1998