<> di Rocco Sciarrone (Donzelli, Roma, 1998).L'autore analizza la presenza mafiosa sia in territori "storici" come la Piana di Gioia Tauro sia in "aree non tradizionali" quali la Puglia e il Piemonte. Citazioni sparse:
"... Forse più che per qualsiasi altro tipo di contesto d'azione e di organizzazione vale per la mafia il concetto di <>... è stato osservato che <>. Si sostiene, infatti, che <> (Bechi-Rey 1994, p.71). Se ci poniamo da un punto di vista statico e guardiamo alle formazioni mafiose nelle aree di tradizionale insediamento, possiamo essere d'accordo con tali affermazioni. Se invece assumiamo una prospettiva dinamica e consideriamo la possibilità che i gruppi mafiosi si diffondano in aree non tradizionali, il quadro può mutare, poichè i mercati neri possono diventare rilevanti per la riproduzione stessa del fenomeno criminale... Al riguardo, possiamo ricordare il caso ricostruito da Arlacchi e Lewis (1990) che, in una ricerca sul mercato dell'eroina a Verona, hanno descritto il tentativo di <> di questa provincia da parte di una serie di famiglie della mafia calabrese, i cui esponenti erano stati inviati nella zona in soggiorno obbligato... Arlacchi e Lewis osservano che le risorse a disposizione della società locale hanno ostacolato l'espansione del fenomeno mafioso. La presenza della criminalità organizzata nei mercati illegali di Verona si è andata progressivamente indebolendo fino a ridursi ai minimi termini, anche se <<è andato crescendo il ruolo di tutta una categoria di criminali professionisti locali cresciuti negli anni '70 all'ombra delle famiglie mafiose e "promossi" al rango di protagonisti dell'importazione e della grande distribuzione dell'eroina proprio dalla decadenza di queste ultime>>...... Allo stato delle conoscenze, non si ha notizia di un'alleanza tra le organizzazioni albanesi, che gestiscono l'ingresso in Italia di immigrati clandestini, e i gruppi criminali pugliesi. Si è piuttosto stabilito un accordo sulla spartizione del territorio e dei settori economici illegali... Secondo il Ministero dell'Interno (1997b, p. 433) <>....Secondo i dati del ministero dell'Interno, sarebbero in totale 17 le organizzazioni criminali di tipo mafioso attive in Piemonte e 878 i soggetti a esse complessivamente affiliati (Direzione Centrale della Polizia Criminale 1994)... il principale settore di attività è il traffico di stupefacenti...<> (Commissione Parlamentare Antimafia, 1994b, p. 198)... Non si hanno invece notizie di organizzazioni criminali di una certa levatura tra gruppi di extracomunitari, che in molti casi si limitano a gestire esclusivamente lo spaccio al minuto....".Appunti e spunti: è certamente molto interessante il concetto di <>; Pino Arlacchi dimostra di aver perduto con l'acquisto del potere la lucidità dello studioso; il Presidente della Commissione Antimafia Ottaviano Del Turco, in una recente visita in Piemonte, ha escluso la presenza di un radicamento mafioso (sic); rispetto, invece, al radicamento di mafie non italiane, mi pare che anche il libro suddetto risenta del solito ritardo nella percezione dei mutamenti del mercato criminale; forze dell'ordine e studiosi continuano ad inseguire il fenomeno criminale, che ha sempr l'iniziativa; solo l'antiproibizionismo può dare allo Stato il <>....