Ricerca Usa: combatte la nausea e fa bene per l'AidsGruppo di studiosi ne chiede la liberalizzazione per uso medico con speciali inalatori
di Stefano Mancini - La Stampa, 19 marzo 1999
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Riduce l'ansia, attenua il dolore acuto, toglie la nausea da chemioterapia, combatte la perdita di peso associata all'Aids, riduce i sintomi della sclerosi multipla. E' la marijuana, droga secondo l'opinione corrente, farmaco sottoutilizzato secondo undici scienziati dell'Istituto di medicina di Washington, che hanno presentato mercoledi' lo studio piu' completo sull'argomento.
Secondo la ricerca, il principio attivo della canapa indiana e dei suoi derivati (il thc) deve essere utilizzato in ambito medico sui pazienti che non hanno risposto ad altri trattamenti. Il problema e' la modalita' di somministrazione. Il fumo fa male piu' delle sigarette - ricordano i ricercatori -: danneggia i polmoni, provoca il cancro e da' complicazioni in gravidanza. Meglio allora assumere il principio attivo in altre forme. Esiste gia' un prodotto in pillole, il "Marinol", autorizzato dalla Food and drugs administration nel 1985, ma i pazienti si lamentano: troppo caro rispetto alla marijuana e troppo lento ad agire rispetto al fumo. Gli effetti migliori si avrebbero con gli inalatori oggi impiegati dai malati di asma, che permetterebbero l'immediato assorbimento delle sostanze attive senza gli effetti nocivi del fumo.
La messa a punto di un sistema di somministrazione sicuro ed efficace, stando ai ricercatori dell'Istituto nazionale di medicina di Washington (branca della National Academy of sciences), servira' a definire l'uso medico dei cannabinoli. Per alcuni pazienti di Aids o sclerosi multipla che non rispondono ad altri rimedi, la marijuana da' sollievo, e pazienza se uno spinello contiene piu' catrame di una sigaretta.
"I cannabinoli sono una fonte sottoutilizzata di farmaci", ha detto ieri Stanley Watson dell'University of Michigan, uno dei condirettori dello studio commissionato dall'Ufficio per la politica di controllo dei farmaci della Casa Bianca.
La ricerca, la piu' approfondito nel suo genere, ha suscitato un certo scalpore perche' scagiona marijuana e hashish da molte accuse: non causano vera dipendenza, non inducono all'uso di droghe pesanti e hanno moderata utilita' medica.
Se per i responsabili della struttura medica del governo Usa lo studio rappresenta un'indicazione valida e una raccomandazione fondata ma richiede altre conferme scientifiche, secondo i ricercatori guidati da Watson alcune conoscenze si possono gia' considerare assodate. Mentre nel trattamento di disturbi come il glaucoma e il morbo di Parkinson la marijuana sembra avere soltanto effetti minori e transitori, contrariamente a certe teorie, non c'e' dubbio della sua utilita' contro ansie e dolori acuti. Tanto che "bisognerebbe svolgere test clinici con i cannabinoli allo scopo di sviluppare un inalatore", ha suggerito Watson, ricordando che le pillole hanno tempi d'azione piu' lunghi ed effetti molto variabili da individuo a individuo.
In America il dibattito e' aperto. I medici hanno paura a prescrivere il principio attivo della marijuana perche' il governo federale li ha minacciati di sanzioni. Qualcuno invia i propri pazienti in Europa. Un malato di epatite C ha raccontato al New York Times: "Avevo perso 43 chili. Ho provato 35 tipi di pillole. Alla fine il dottore mi ha detto di andare in Europa e di tentare con la marijuana. Sono stato in Olanda, dove un medico me ne ha prescritti da uno a due grammi al giorno. I risultati? La nausea e' diminuita e la perdita di peso si e' arrestata".