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Conferenza droga
Radio Radicale Roberto - 25 marzo 1999
AIDS E CARCERE: I CONTI DEL GOVERNO TORNANO, MA UNA SERIA POLITICA DI PREVENZIONE E' UN'ALTRA COSA.

Roma, 25 marzo 1999 - Il 5 marzo e' entrato in vigore il decreto del ministero di Grazia e giustizia che regola le prestazioni assistenziali ai detenuti malati di AIDS da parte delle Aziende sanitarie.

Questo decreto nasce gia' vecchio: per esempio stabilisce che il carcere "si impegna a rendere disponibile il personale medico ed infermieristico necessario all'assistenza", ma la recente riforma del servizio sanitario nazionale ha gia' posto la medicina penitenziaria nell'ambito delle Aziende sanitarie e quindi l'autorizzazione del direttore del carcere ai medici perde la ragion d'essere.

Il decreto contiene un puntiglioso elenco dei costi per l'assistenza dei detenuti malati di AIDS: in media ogni malato costa annualmente 16.644.640 lire (14.400.000 per acquisto farmaci, 2.244.640 per accertamenti diagnostici). Ipotizzando che circa mille detenuti possano accedere agli accertamenti diagnostici e che circa cinquecento di essi facciano uso dei farmaci antiretrovirali, fatti i conti, si rende necessario uno stanziamento di 9 miliardi e mezzo.

I conti tornano, ma dimostrano la drammatica assenza di una seria politica di prevenzione.

Solo il 3 o 4% dei detenuti tossicodipendenti (quindi 400/500 sui 14.000 totali) usufruisce di trattamenti metadonici in carcere. Il metadone, assunto per via orale, evita l'uso promiscuo di siringhe (inevitabile in carcere) e quindi riveste una funzione basilare nella prevenzione dell'AIDS, mentre i farmaci antiretrovirali servono a evitare il peggioramento dell'infezione. Il costo medio giornaliero di un trattamento metadonico e' pari a 5.000 lire (un flacone da 20 mg costa 1.800 lire). Fatti i conti, per assicurare al 50% dei detenuti tossicodipendenti un trattamento metadonico basterebbero 12 miliardi e mezzo. Senza contare che un tale investimento produrrebbe una riduzione dei costi per la cura dei malati di AIDS e potrebbe anzi ridurne il numero.

Se questi sono i numeri non resta che sperare che siano numerosi i detenuti ad appellarsi alla recente sentenza della Corte Costituzionale che riconosce anche al cittadino in carcere il diritto alla tutela giurisdizionale in caso di lesione di un bene o diritto costituzionalmente garantito: il diritto alla tutela della salute, appunto.

CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

cora.italia@agora.it

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